Il nuovo disegno di legge in materia di spoglie mortali delle vittime di femminicidio è stato approvato all’unanimità dal Senato, andando a modificare il codice penale e il regolamento di polizia mortuaria. Secondo quanto previsto dal testo, l’imputato per la morte della moglie o della compagna non potrà decidere per l’inumazione o per la cremazione della vittima per astenersi da di compromettere possibili prove e quindi interferire con il lavoro degli inquirenti. Pertanto, le spoglie mortali della vittima diventano, di fatto, intoccabili.
I voti favorevoli al ddl sulle spoglie mortali delle vittime di femminicidio sono stati 107. Per diventare legge, il progetto approvato in Senato dovrà ora ottenere anche il via libera alla Camera.
A portare avanti il disegno di legge è stata la senatrice leghista e avvocato penalista Giulia Bongiorno che in una nota ha espresso grande soddisfazione “per l’approvazione in prima lettura del ddl contro l’inquinamento delle prove in caso di femminicidio. Spesso l’autore del crimine può sfruttare le norme esistenti per far cremare il corpo della sua vittima. In questo modo, però, si disperdono prove essenziali perché anche a distanza di anni si possono fare accertamenti sui cadaveri. Intollerabile che il soggetto iscritto nelle notizie di reato abbia quindi la possibilità di far scomparire tracce presenti sul corpo della donna avvalendosi dei diritti in materia di disposizione delle spoglie.”
Cosa prevede il nuovo disegno di legge
Il ddl introduce, nei confronti del coniuge, del compagno, del partner di coppia unita civilmente, del parente più prossimo o del convivente di fatto, la pena accessoria della perdita di ogni diritto e facoltà in merito alla disposizione delle spoglie mortali della vittima, in caso di condanna o di applicazione della pena su richiesta delle parti.
All’interno del testo è inoltre prevista la preclusione assoluta all’esercizio di qualsiasi diritto e facoltà relativo a tumulazione, inumazione o cremazione del cadavere durante lo svolgimento di un processo e, in tutti i casi, il divieto di cremazione del cadavere fino al passaggio in giudicato della sentenza di condanna che definisce il procedimento: perciò, quindi, fino alla pronuncia di sentenza definitiva di proscioglimento.
Le misure imposte dal nuovo ddl varrannp per maltrattamenti in famiglia che comportano la morte della persona offesa, omicidio del consenziente, istigazione al suicidio. Ma anche infanticidio in condizioni di abbandono materiale e probo, omicidio preterintenzionale e abbandono di minori o incapaci, se da tale fatto deriva la morte del soggetto offeso.
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di Elena Capilupi www.wired.it 2025-03-12 15:55:00 ,