Le elezioni presidenziali francesi hanno agitato la politica italiana. Le posizioni più variegate si sono trovate nel centrodestra, con la Lega apertamente a favore della leader di destra Marine Le Pen, Forza Italia per il centrista (con una storia a sinistra) Emmanuel Macron, e Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia che non si sente «rappresentata» da nessuno dei due. Ma è nel centrosinistra dove si sono registrate le tensioni maggiori: da una parte Pd, Italia Viva, Azione e Leu schierati per Macron (o comunque, che al ballottaggio è uguale, contro Le Pen), nel M5S la posizione è stata più ambigua
L’ambiguità di Conte e il tentato chiarimento
Letta e il Pd si sono schierati apertamente a favore di Macron (come hanno fatto i centristi di Italia viva e Azione e la sinistra di Leu) : «Se vincesse Le Pen – ha detto il segretario Pd – finirebbe l’Europa, Putin avrebbe vinto e le forze di destra populiste e antieuropee nel nostro Paese avrebbero una spinta unica e fondamentale». In diretta a La7, il leader del M5S Giuseppe Conte è stato più ambiguo: «Tra Macron e Le Pen? Rappresento un partito politico italiano, non posso dare indicazioni di voto. Alcune questioni della Le Pen vanno affrontate». Dopo il gelo che hanno suscitato queste parole nel Pd (e nell’ala governista del M5S, guidata da Luigi Di Maio), Conte ha provato a precisare: «Il M5s è lontano dalla politica di Le Pen».
Centrodestra diviso in tre
Nel centrodestra se il leader leghista Matteo Salvini si è complimentato dopo il primo turno con Le Pen (con cui condivide il gruppo al parlamento europeo), tutta Forza Italia spera in un successo di Macron, definito da Silvio Berlusconi «un europeista, un moderato, un uomo che guarda l’Occidente». La leader di FdI Giorgia Meloni, invece, dopo il primo turno aveva detto: «Al secondo turno nessun candidato mi rappresenta». Anche perché Fratelli d’Italia non è mai stata putiniana (a differenza di Le Pen) e soprattutto non condivide con la leader del Rassemblement national il gruppo al parlamento europeo. Tuttavia Meloni poi ha precisato: «Se arriva al ballottaggio con Macron e il risultato è meno scontato dell’ultima volta vuol dire che le posizioni di Le Pen hanno un consenso in Francia e io ho grande rispetto della democrazia, a differenza di altri».
La posizione di Draghi
Il presidente del Consiglio Mario Draghi, diversamente dai colleghi tedesco, spagnolo e portoghese – che hanno fatto un endorsemente per Macron – ha mantenuto uno stretto riserbo, per evitare tensioni nella maggioranza trasversale che lo sostiene. Ma certamente l’attuale inquilino dell’Eliseo è in questo momento il partner più forte di Draghi in Europa e – hanno osservato i commentatori – la sua conferma renderebbe più semplice per il premier italiano portare avanti in Europa alcune istanze fondamentali, a partire dal tetto europeo per il prezzo del gas, fino al debito comune per alcuni investimenti europei.