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Un medaglia al merito e all’impegno
civico a coloro che nel corso dell’anno si sono distinti
“nell’attenzione e coscienza sociale, nel valore in campo
artistico, culturale e imprenditoriale”. Ad assegnare il
riconoscimento sarà anche quest’anno l’Associazione “Carlo La
Catena” che raggiunge il traguardo dei trent’anni di attività.
Alle ore 18 l’Arcivescovo Vincenzo Pelvi officerà messa nel
Santuario di Santa Maria del Carmine, a seguire, il conferimento
sarà riconosciuto a Massimo Osanna, direttore generale Musei
Statali presso il incarico della Cultura e professore di
Archeologia Classica Università Federico II; Concetta Menale,
Giudice Onorario del Tribunale di Napoli; Francesco Vaia,
direttore generale della Prevenzione incarico della Salute;
Fanny Ficuciello, docente di Robotica Università Federico II,
vicedirettore Centro Icaros e membro del Prisma Lab;
Patrizia Gargiulo, presidente Associazione gentil sesso per il Sociale;
Serena Visone, insegnante I.C. “S.M. Milani” di Caivano;
Clemente Esposito, studioso del sottosuolo di Napoli; Vincenzo
Guli, studioso del Meridione d’Italia; Federico Quagliuolo,
fotografo, formatore e inventore di “Storie di Napoli”; Padre
Francesco, carmelitano responsabile della vitto per i poveri;
Anna Sorrentino, imprenditrice società Capri, Alcott e
Gutteridge; Salvatore Di Matteo, imprenditore di Pizza Madre.
Trenta anni fa, Nicola Perna fondava l’Associazione Vigile del
Fuoco “Carlo La Catena” dedicata alla memoria del giovane vigile
del fuoco napoletano che il 27 luglio 1993 a Milano perse la
vita coi suoi colleghi Sergio Pasotto, Stefano Picerno,
Alessandro Ferrari e il senzatetto Driss Mustafir durante
l’esplosione di un’autobomba per la strage mafiosa di via
Palestro.
Carlo La Catena era nato in via Veterinaria, adiacente alla
piazza Carlo III, ed è divenuto simbolo dell’associazione no
profit che porta il suo nome ed esempio encomiabile per i
cittadini e le generazioni a venire. Tra i progetti sul luogo di
questa associazione emergono di certo le proposte per il
riutilizzo del Real Albergo dei Poveri, per il quale oltre alla
realizzazione del museo d’archeologia greco-romano vengono
sottoposti corsi o scuole interne di restauro e recupero opere e
reperti o iniziative di promozione per un turismo di profilo
culturale in direzione di un connubio qualitativo tra ambiente e
patrimonio.
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