I tagli ai posti di lavoro nelle maggiori banche statunitensi quest’anno sono destinati a superare le 11mila unità, mentre Wall Street si trova ad affrontare il peggior mercato del lavoro dai tempi della crisi finanziaria, dopo l’ondata di assunzioni dell’era della pandemia.
Questa settimana Citigroup è stata l’ultima grande banca statunitense ad annunciare tagli significativi di posti di lavoro, comunicando agli investitori che prevedeva di effettuare 5mila licenziamenti entro la fine del secondo trimestre, soprattutto nell’investment banking e nel trading.
Il tutto dopo i tagli che interessano migliaia di dipendenti di Goldman Sachs e Morgan Stanley. I tagli ai posti di lavoro arrivano mentre i dirigenti tentano di smaltire un’ondata di assunzioni iniziata con la ripresa dell’economia all’indomani del Covid. Le banche hanno aumentato drasticamente i loro organici per far fronte al boom delle transazioni e del trading, in un momento in cui il lavoro da abitazione ha messo in crisi i modi tradizionali di fare affari.
«Questo è probabilmente uno dei mercati del lavoro più difficili che abbiamo visto dalla crisi finanziaria del 2008», ha dichiarato al Financial Times Max Kemnitzer, amministratore delegato per i servizi bancari e finanziari presso la società di reclutamento Michael Page di New York. «Se si considerano metriche come il numero di posti di lavoro in arrivo, la conversione dei curricula che si trasformano in colloqui e i colloqui che si trasformano in offerte, questi numeri sono i più lenti che abbiamo visto da molto tempo a questa parte».