Wetaxi integra car sharing e auto bianche

Wetaxi integra car sharing e auto bianche

Wetaxi integra car sharing e auto bianche


Wetaxi ha appena chiuso un round di oltre 2 milioni di euro, in parte sottoscritto dal Fondo rilancio startup gestito da Cdp Venture Capital Sgr. La piattaforma torinese, partner tecnologico dei radiotaxi italiani che per prima ha introdotto in Italia il taxi condiviso e la tariffa garantita contribuendo a semplificare il Far West delle auto bianche, riceve da Cdp Venture Capital Sgr un milione di euro, a cui si aggiunge il co-investimento di Azimut Libera Impresa per 750mila euro. La restante parte è, invece, stata coperta dai suoi soci.

Nata nel 2017 a Torino con l’obiettivo di digitalizzare il servizio taxi e avvicinare i più giovani all’uso del taxi, Wetaxi è cresciuta negli anni, diventando un’app di riferimento della mobilità. La usano oggi oltre 400mila utenti e più di un tassista italiano su quattro. Wetaxi propone infatti un modello collaborativo e si offre come partner delle cooperative taxi locali, supportandole nel processo di innovazione grazie a una tecnologia proprietaria aperta e versatile. Lavora ad esempio con la cooperativa taxi Samarcanda di Roma, TaxiTorino di Torino e Consortaxi di Napoli. Ma offre anche servizi per il trasporto pubblico e il pagamento del parcheggio. Dallo scorso 13 settembre, per esempio, ha integrato Trenitalia nella propria offerta, dando agli utenti la possibilità di acquistare i biglietti del treno su tutto il territorio nazionale. Dallo scorso giugno, invece – grazie alla partnership con l’app Moovit – a Milano, Roma e Napoli sono disponibili le informazioni sul trasporto pubblico con informazioni aggiornate in tempo reale, e nei principali capoluoghi italiani il pagamento del parcheggio, grazie alla partnership con myCicero (la tech company che ha sviluppato MooneyGo e altre app di mobilità).

La colonnina dei taxi in piazza Duomo

Abbiamo chiesto alle prime 50 città in Italia un accesso agli atti sulle licenze dei taxi. Scoprendo che c’è chi non fa un bando per rinnovarle dal 1977. Che a Roma e Milano il settore è fermo da 20 anni. E che a Firenze e Bologna una nuova licenza costa 175mila euro. Ma 140mila vanno agli altri tassisti. Tutti i numeri

Grazie a questo investimento stiamo potenziando la nostra piattaforma con nuovi servizi a vantaggio dei nostri utenti e dei radiotaxi che utilizzano la nostra tecnologia – spiega Massimiliano Curto, ad e co-inventore di WeTaxi, a Wired -. Ormai siamo tutti consapevoli che è necessario costruire soluzioni di mobilità sempre più sostenibili, innovative e intermodali”. A proposito di intermodalità, nell’ambito del MaaS4Italy-Milano, il progetto finanziato con i fondi del Pnrr che prevede l’integrazione di più servizi di trasporto pubblico e privato in un’unica piattaforma, WeTaxi annuncia in anteprima a Wired una nuova partnership con Zity, il servizio di car sharing di veicoli 100% elettrici. “Siamo convinti che solo attraverso una stretta ed efficace sinergia tra trasporto pubblico, di linea e non di linea, treno e servizi di sharing sia possibile limitare l’uso delle auto private e rendere anche una città complessa come Milano più vivibile – aggiunge Curto -. La collaborazione con Zity by Mobilize, iniziativa del gruppo Renault, è per noi estremamente importante perché rappresenta un ulteriore tassello nel comporre il puzzle della mobilità del futuro, sempre più smart, intermodale e sostenibile. È un orgoglio sapere che da oggi i nostri utenti milanesi potranno noleggiare ed utilizzare, direttamente dall’app Wetaxi senza dover scaricare altre applicazioni, oltre 450 vetture 100% elettriche e sostenibili”.

Insomma, dai prossimi giorni a Milano gli utenti potranno noleggiare un veicolo Zity – che contava di suo 80mila utenti in città – direttamente dalla piattaforma Wetaxi, senza la necessità di passare a un’altra app per l’intero viaggio: l’utente potrà registrarsi, utilizzare il servizio e pagare direttamente dall’app. Bello ma la situazione taxi in Italia è a dir poco critica, come la recente inchiesta di Wired ha testimoniato. Scoprendo, per esempio, che a Roma e Milano le licenze sono ferme da vent’anni. Wetaxi resterà nel settore anche con il lancio del car-sharing o abbandonerà progressivamente le auto bianche? “Al contrario, la partecipazione di Wetaxi all’iniziativa MaaS4Italy sia a Milano che a Roma è stato un importante passaggio anche per il settore taxi che non è rimasto escluso da questo processo ma anzi lo ha vissuto da protagonista – aggiunge Curto -. Stiamo vivendo un momento straordinario per la mobilità, una domanda importante, data da abitudini che finalmente cambiano e dai picchi di presenze turistiche. Abbiamo di fronte un fatto innegabile, nessun servizio da solo può rispondere a questa domanda di mobilità di cittadini e turisti, e il settore taxi, da solo, non può compensare quello che il sistema di mobilità deve fare insieme. Sicuramente c’è spazio per migliorare e siamo confidenti che i rappresentanti di categoria, insieme al governo, sapranno costruire delle soluzioni che, seppur complesse, aiuteranno tutti a lavorare meglio e i cittadini a scegliere i taxi ancora più spesso. Lasciamo però a loro questo compito arduo e ci concentriamo sulla nostra specialità: la tecnologia”.

In generale, la necessità di integrare nuovi servizi e addirittura lanciarne di nuovi potrebbe far pensare alcuni alla scarsa redditività del solo segmento taxi, dove certi comuni non fanno bandi dal 1977. “Assolutamente no, la redditività non c’entra nulla. Integrare nuovi servizi ha una semplice spiegazione: rispondere ogni giorno ai bisogni di mobilità dei nostri clienti diventando un loro punto di riferimento e insieme incrementare le opportunità di vendita del servizio taxi, per esempio offrendo soluzioni multimodali, come taxi più treno“, conclude Cutro.



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di Simone Cosimi www.wired.it 2023-10-18 04:30:00 ,

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