Ma andiamo con ordine. Il film si apre con la fine della storia, che già conosciamo: la strega dell’Ovest è stata uccisa da Dorothy, che vediamo apparire solo in lontananza (a sinistra sullo schermo, in apertura, non perdetela) mentre cammina di spalle insieme ai fedeli amici uomo di latta, leone e spaventapasseri. Arriva Glinda, la città di Smeraldo l’applaude e le tributa tutto il suo attaccamento, poi scatta il flashback che racconta l’incontro tra Glinda e Elphaba, la Strega dell’Ovest. Parte il “prequel” tanto atteso, e già una prima sostanziale differenza con lo spettacolo: manca – per ora – la scena clou del ciclone che tanto ha appassionato gli spettatori, a teatro come al cinema ne Il mago di Oz. Ad ogni modo, come in un Harry Potter qualsiasi seguiamo le vicissitudini di due apprendiste streghe in accademia, là dove una è super popolare, bionda, amata da tutti, l’altra è isolata e discriminata per la sua carnagione verde e la sua diversità, benché sia l’unica con talenti e poteri magici.
Divertono i siparietti delle due nemiche/amiche e coinvolgono tra canti, balli e scaramucce, proprio come a teatro. L’arrivo inatteso del bel Jonathan Bailey di Bridgerton fa battere i loro cuori, come quelli dei loro compagni di scuola e degli spettatori e, mentre sta per partire la love story dell’anno, fa bene Chu a insistere sui temi politici che pervadono la storia, e che possono influenzare positivamente il target giovanile a cui il film è chiaramente dedicato: razzismo, discriminazione, body shaming, ma anche sorellanza, solidarietà e rispetto per il “diverso”, sia esso una creatura verde o un animale parlante.
Se l’attrice premio Oscar Michelle Yeoh è maestra ispiratrice e villain inquietante al tempo stesso, e Jeff Goldblum interpreta un Oz smitizzato da cui è bene guardarsi, la talentuosa Erivo dona alla sua Elphaba lo spessore e la grinta di un’eroina, simbolo di autodeterminazione e rivolta, per la sua ostinazione a non omologarsi e non adeguarsi ai dettami di chi, per ottenere potere e accattivarsi il favore del popolo, mira a disfarsi dei “diversi”. Con tanto di cappello a punta e manico di scopa, libera di volare alto, lontana da ignoranza e sopraffazione.
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di Claudia Catalli www.wired.it 2024-11-21 13:53:00 ,