Una nuova droga da iniezione sta invadendo il mercato degli stupefacenti. Si chiama xilazina, ed è un anestetico per animali che, come la ketamina, si è fatto strada negli ultimi anni anche nel mondo delle sostanze d’abuso. Partita dagli Stati Uniti, dove la mai cessata crisi degli oppioidi continua ad alimentare i consumi (e le decessi per overdose: più di 100mila solo nel 2021), ha ormai raggiunto anche il mercato europeo, con il primo decesso accertato collegato al consumo di xilazina, appena descritto sul Journal of Forensic and Legal Medicine, avvenuto a dicembre dello scorso anno nel Regno Unito. In questo caso, il pericolo è subdolo, e per due ragioni. La prima è che spesso viene utilizzata per tagliare eroina e fentanyl, in modo da ridurre i costi, all’insaputa dei consumatori, che non essendo abituati rischiano di andare in overdose; la seconda sono i pericolosi effetti collaterali legati all’utilizzo cronico: ulcerazioni, escoriazioni e infezioni della pelle che possono portare all’amputazione di braccia e gambe, tanto orribili da aver meritato alla sostanza il nomignolo di “droga zombie” (già utilizzato in passato, a dire il vero, per la desomorfina, o krokodil, diffuso invece in Russia).
Anestetico per cavalli, emetico per gatti
La xilazina è un farmaco anestetico sviluppato verso gli inizi degli anni ‘60 dalla Bayern. I trial umani rivelarono presto che la sostanza aveva effetti pericolosi, che andavano dall’abbassamento della pressione alla depressione respiratoria, e venne quindi destinata al mercato veterinario: come tranquillante, analgesico e sedativo, soprattutto in animali di grossa taglia come bovini o equini, e come emetico, in particolare nei gatti.
L’utilizzo ricreativo si è affermato solo molti anni dopo l’arrivo della xilazina sul mercato veterinario. Secondo la ricostruzione del New York Times ha avuto origine con ogni probabilità in Portorico, come sostituto dell’eroina nelle zone rurali del paese. Uno studio del 2011 descrive infatti un utilizzo crescente di quella che i residenti definivano “anestesia de caballo”, con una conseguente crescita di problematiche come ulcerazioni e ferite della pelle nei consumatori.
Effetti collaterali della pandemia
Negli Stati Uniti, è stato descritto il consumo umano di xilazina già a metà degli anni 2000, soprattutto in zone come il quartiere Kensington di Filadelfia, che ospitano un’ampia gente portoricana. È dal 2018 però che ha iniziato a diffondersi realmente, in un cocktail che comprende eroina e/o fentanyl, chiamato colloquialmente “tranq” o “tranq dope”, e complice la pandemia, il consumo ha raggiunto proporzioni epidemiche nell’aria di Philadelphia e in tutto il Nord Est degli Stati Uniti. A spingere i consumi sembra essere, da un lato, la facilità con cui si può ottenere la sostanza, visto che non è inserita tra quelle controllate dal governo federale, ed è possibile ottenerla con una banale prescrizione veterinaria. Dall’altro, il prezzo: è molto più economica dell’eroina e garantisce lauti guadagni come sostanza di taglio, e anche prezzi più abbordabili per i consumatori, visto che una dose di tranq costa appena cinque dollari, contro i 10 di una dose di eroina.
Il risultato è che attualmente oltre il 90% dei campioni di eroina testati a Philadelphia contengono tracce di xilazina. A New York il 25%. La sostanza è ormai presente nelle partite di droga sequestrate in 36 stati americani, e si ritiene che la diffusione reale sia anche maggiore, visto che non si tratta di una sostanza che viene ricercata di routine durante i controlli anti-droga o nei centri di assistenza per tossicodipendenti. Simile il discorso anche in Europa, e per questo il caso intercettato nel Regno Unito potrebbe rappresentare solamente la punta dell’iceberg del mercato europeo della xilazina. Anche perché l’utilizzo di questa sostanza sembra legato anche alla capacità di influenzare l’azione di oppioidi sintetici come il fentanyl, rendendone gli effetti più simili a quelli dell’eroina tradizionale (sempre più difficile da trovare, anche in Europa), e quindi più desiderabili per i consumatori.
La droga zombie
I pericoli che pone la diffusione della xilazina per i consumatori di droghe da iniezione sono legati, lo dicevamo, a due aspetti. Il primo è che al pari degli oppioidi sintetici, ha effetti e livelli di tolleranza diversi da quelli dell’eroina pura. E può quindi causare facilmente overdose involontaria, soprattutto in consumatori che non sono al corrente della presenza di questa sostanza nel cocktail di stupefacenti che hanno acquistato, o anche decessi legati ai propri effetti collaterali, principalmente bradicardia (riduzione del ritmo cardiaco) e depressione respiratoria.
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di Simone Valesini www.wired.it 2023-06-05 04:20:00 ,