Sebbene non esista ancora nulla di simile nel mondo dell’intelligenza artificiale generativa, Davis si è ispirato ad altri settori dell’industria dell’intrattenimento, come quello musicale.
“Siamo ancora nelle fasi iniziali del processo di reclutamento“, racconta l’ad, secondo cui Calliope dovrà offrire un minimo di 25mila-50mila ore di contenuti di YouTube prima di essere presa sul serio dal settore dell’AI. La stima di Davis illustra bene perché raggrupparsi rappresenta l’opzione migliore per alcuni creatori che vogliono incassare dall’addestramento dell’AI: nel settore il volume conta e i generatori di video sono alimentati da una grande quantità di dati.
Anche se per il momento non ci sono ancora nomi importanti che sostengono la licenza, Calliope ha già contattato alcune agenzie di influencer marketing per coinvolgere i loro assistiti: “Ho ricevuto un ottimo feedback dai creatori“, afferma Bianca Serafini, responsabile delle licenze di Viral Nation, che si dice fiduciosa sul fatto che molti dei clienti dell’azienda – che conta tra le sue file quasi 900 YouTuber – parteciperanno al progetto. “Nessuno ci ha mai presentato qualcosa di simile prima d’ora”, commenta.
Riportare il controllo nelle mani dei creator
Ma cosa ne pensa YouTube di tutto questo? Davis non ha lavorato direttamente con l’azienda al nuovo programma, che però giudica in linea con i desideri del colosso video: “A mio parere, YouTube vuole dare ai creatori un maggiore controllo“, sottolinea.
Pur senza delucidare i casi specifici, YouTube sostiene la possibilità che gli utenti stipulino accordi di licenza individuali: “In generale, i creatori possono stringere accordi con aziende di terze parti per quanto riguarda i loro contenuti sulla nostra piattaforma“, dichiara il portavoce della piattaforma Jack Malon, che rimanda a un recente post sul blog dell’azienda in cui si parla di garantire “un maggiore controllo” agli YouTuber nell’era dell’AI. L’aspetto decisivo per il servizio è l’autorizzazione, ovvero la presenza di un permesso esplicito: “L’accesso non autorizzato ai contenuti dei creatori è proibito dai termini di servizio di YouTube, e continueremo a mettere in campo misure per garantire che le terze parti rispettino questi termini“, si legge nel post.
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di Kate Knibbs www.wired.it 2024-10-02 04:50:00 ,