Carlo Signorelli, docente di Igiene, Medicina preventiva e Sanità pubblica al San Raffaele di Milano, in un colloquio con Repubblica oggi parla delle riaperture e delle cautele da osservare nei prossimi giorni. «Saranno frutto di discussioni politiche. Dovremo quindi usare anche il nostro buon senso per proteggerci. Con questo non voglio dire che non potremo osare di più. Oggi abbiamo più di un milione di positivi e ancora decine di migliaia di casi quotidiani, ma quando la circolazione del virus scenderà, diminuirà in proporzione anche la probabilità di incontrarlo», dice Signorelli. Il quale poi spiega che «stare all’aperto senza mascherina è assai poco rischioso, a meno che non ci sia un assembramento. Viceversa continuerei a portarla nei luoghi chiusi con altre persone. A mia madre novantenne dico di tenerla sempre al chiuso, con chiunque si ritrovi».
Su un invito a cena in un ristorante al chiuso Signorelli è più problematico: «Se ho fatto la terza dose e non ho fattori di rischio, accetterei l’invito. Se invece non fossi a posto con l’immunizzazione, fossi molto anziano o con una delle condizioni sfavorevoli per il Covid, declinerei». E ancora: «Cercherei di evitare le effusioni tra nonni e nipoti, anche perché abbiamo imparato che i contagi avvengono soprattutto in ambito domestico». Mentre sui mezzi di trasporto affollati e non aerati il contagio non può essere escluso: «I pullman con i finestrini chiusi non sono troppo sicuri. Durante crociere e soggiorni in albergo vanno evitate situazioni a rischio. Nei musei è possibile restare distanziati, purché non ci siano code. Starei attento ai paesi fuori Europa, dove potrebbero affacciarsi nuove varianti. Non si rischia solo di ammalarsi, ma di vedersi rovinare la vacanza. Tamponi, nuove norme di contenimento o un positivo sulla nave vogliono dire complicazioni a non finire».
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Scritto da Redazione perwww.open.online il 2022-02-22 06:22:01 ,