di Gianluca Schinaia
Al Nord c’è sicuramente più disponibilità d’acqua, ma anche un suo uso superiore alla media nazionale. “Colture intensive come il mais hanno bisogno di grande approvvigionamento idrico. Nascono da un momento storico in cui l’acqua era più abbondante e quindi certe coltivazioni nel Nord Italia vanno ripensate in modo strategico”, dice Berardi. Oltre alla mancanza di grandi opere (come la realizzazione di invasi), si paga soprattutto un dissesto vasto nella gestione ordinaria. Pensiamo agli acquedotti e alla dispersione idrica. Si perdono in media 41,4 litri di acqua nel nostro Paese ogni 100 immessi nelle reti di distribuzione: in alcune regioni meridionali si tocca anche il 70%.
“Quest’anno l’Istat ci ha ricordato che nel 2019 ci sono stati 9 comuni capoluogo in Italia che hanno subito razionamenti, ovvero dove la fornitura d’acqua è stata per un periodo ridotta o sospesa. Dove sono? Tutti nel Mezzogiorno. Le cause sono da ricercarsi nella manutenzione idrica”. Su questo aspetto, spiega Berardi, “è stato inaugurato un percorso dall’Autorita di regolazione che si occupa del servizio idrico che prevede una progressiva riduzione della dispersione nei prossimi vent’anni. I fondi del Pnrr dovrebbero essere prioritariamente indirizzati al settore idrico. Il problema è particolarmente sensibile al Sud, perché se escludiamo l’Acquedotto Pugliese ci sono pochissime realtà industriali in questo settore. E il fatto che manchino significa che la manutenzione delle reti idriche è stata affidata nei decenni ai comuni, con la conseguenza che poi hanno evidentemente mancato da questo punto di vista e che quindi le reti si trovino in queste condizioni”. Si tratta di sprechi diventati inaccettabili in un’era in cui l’acqua in Italia si appresta a diventare sempre più ricercata.
Le soluzioni per intervenire sulla scarsità d’acqua in Italia
Secondo i dati di Berardi, le famiglie italiane consumano mediamente ogni giorno 200 litri di acqua, che se ne vanno per il lavaggio, per le esigenze alimentari, per l‘igiene delle abitazioni: “In Italia siamo in qualche modo figli di un equilibrio ereditato dalla storia che sostanzialmente non ha mai avuto grandi problemi di acqua, quindi abbiamo ereditato dei comportamenti di consumo che ci portano ad usarla in modo poco poco razionale”.
E in ogni caso quella del rubinetto ci piace poco, visto che quasi il 30% degli italiani compra acqua in bottiglia perché non si fida: sbagliando, perché quella che arriva nelle nostre case è controllata almeno quanto quella che compriamo. “Siamo il paese in Europa che hai i consumi di acqua più elevati e questo la dice lunga sul fatto che l’acqua costi poco: ne induce un uso molto poco parsimonioso”. Quindi, tra abitudini sbagliate e reti difettose sprechiamo quotidianamente l’ottima acqua potabile domestica. Oggi, secondo il direttore del Ref, bisogna puntare su due aspetti: uso dei fondi del Pnrre tariffazione dell’acqua per investire sulla manutenzione della nostra rete idrica.
In Italia oggi si paga una bolletta idrica che sta intorno ai 2 euro a metro cubo d’acqua: in Germania e in Francia ogni cittadino spende mediamente tra i 5 e i 6 euro al metro cubo. “È un tema di tariffa: in Italia abbiamo questa idea naïf che l’acqua, dato che è una risorsa fondamentale per la vita, ci debba essere garantita e assicurata”. Se a questo piccolo sacrificio individuale che deriva da un cambiamento di mentalità aggiungessimo una corretta spesa dei fondi del Pnrr “potremmo davvero realizzare una strategia di lungo periodo per l’approvvigionamento idrico”. Una strategia per mettere in atto contemporaneamente azioni diverse e risolvere le principali problematiche in tema: manutenzione e sviluppo della rete idrica; potenziamento della capacità di accumulo degli invasi; implementazione di dissalatori; interconnessione dei sistemi acquedottistici; incremento degli scambi tra regioni.
Infine, una maggiore responsabilizzazione individuale nei consumi idrici domestici. Come fatto per l’energia, “bisogna prestare attenzione ai comportamenti individuali e collettivi” conclude Berardi. Ci sono molte indicazioni su come sprecare meno acqua possibile: tra i tanti, se volete cominciare già adesso, ecco i consigli di Legambiente.
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www.wired.it
2022-03-22 09:47:05