di Kamala Thiagarajan
“Senza il meccanismo che libera il corpo dal calore in eccesso si verificano molti cambiamenti fisiologici in rapida successione“, spiega Vidhya Venugopal, ricercatrice che si occupa di salute pubblica per lo Sri Ramachandra Institute of Higher Education and Research di Chennai.
Quando la temperatura interna aumenta di 3-4 gradi Celsius arrivano i primi problemi: “Mentre il corpo cerca di ripristinare la temperatura interna, tutti gli altri processi si arrestano lentamente“, spiega Venugopal. I vasi sanguigni si dilatano e la circolazione rallenta, soprattutto in corrispondenza degli arti. Al cervello non arriva più abbastanza sangue, con ripercussioni sul suo funzionamento. Si perde lucidità, si diventa sonnolenti e non si avverte più la sete. “Quando il cervello smette di inviare messaggi al cuore, il polso rallenta e la persona entra in coma“, aggiunge l’esperta.
“L’umidità aggrava la letalità del calore – racconta Ambarish Dutta, professore di epidemiologia presso l’Indian Institute of Public Health di Bhubaneswar –. Può dare il via a eventi catastrofici come infarti e ictus, aggravare patologie secondarie come il diabete, modificare la capacità di regolazione dei reni, influenzare il sistema endocrino innescando gli ormoni dello stress. In poche parole, è un killer silenzioso“.
La World Weather Attribution, un’iniziativa internazionale che analizza gli eventi meteorologici estremi, stima che la recente ondata di calore in India e Pakistan abbia causato almeno novanta decessi nei due paesi. Durante l’ondata di calore del 2015 in India, le temperature del bulbo umido nello stato meridionale dell’Andhra Pradesh raggiunsero i 32 gradi. Quell’anno, il caldo uccise oltre 2.500 persone.
Eventi del genere diventeranno sempre più comuni con il riscaldamento globale innescato dai cambiamenti climatici. Il problema è amplificato dal fatto che, con l’aumento delle temperature, cresce anche l’umidità assoluta nell’atmosfera, spiega Jane Baldwin, assistente del Department of Earth System Science della University of California di Irvine. Grazie al fenomeno conosciuto come equazione di Clausius-Clapeyron della termodinamica, “a ogni aumento di un grado della temperatura, si registra un aumento del sette % dell’umidità“, spiega l’esperta. Questo significa che per paesi come l’India, il cambiamento climatico ha un impatto multiplo. Le ripercussioni più forti sono avvertite sugli oceani e in particolare sull’Oceano indiano, il cui rapido riscaldamento è una delle cause principali delle elevate temperature del bulbo umido in Asia meridionale.
Le contromisure del governo
In risposta all’emergenza, nel 2013 il governo indiano ha varato un piano d’azione contro l’aumento del caldo. L’elemento principale del provvedimento è un sistema di allerta precoce per la previsione delle ondate di calore nelle città di tutto il paese, che prevede la diffusione di segnalazioni da parte dei media. Ma al di là di questo, le misure a tutela delle persone variano in modo significativo in tutto il paese. Alcuni stati indiani chiudono i luoghi di lavoro e le scuole quando si alzano le temperature, mentre altri distribuiscono sali reidratanti e aumentano la quantità di acqua potabile a disposizione della gente. Altri ancora hanno piani per aumentare la copertura garantita dagli alberi nelle città e per dotare gli edifici di tetti riflettenti che mantengono gli interni più freschi. Queste ultime, tuttavia, sono azioni a lungo termine che devono ancora essere attuate in modo adeguato.
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www.wired.it
2022-06-10 17:00:00