Cartoline da un calcio che non c’è più. Aldo Serena ha pubblicato sul proprio profilo Twitter le immagini dei contratti che, come sottolinea, gli hanno “cambiato la vita”. Il primo documento, datato 1° aprile 1978, è l’accordo di trasferimento con cui il Montebelluna ha ceduto il cartellino del centravanti diciottenne al Como Calcio per 150 milioni di lire, l’equivalente in termini di potere d’acquisto di circa mezzo milione di euro di oggi. Per conto del Como, a firmare è il mitico Franco Janich, mancato nel 2019, ex difensore (fra le altre) del Bologna con cui vinse lo scudetto e poi, dopo il ritiro, dirigente del Napoli, della Lazio e del Bari.
Aldo Serena e l’arrivo all’Inter
Con il secondo documento pubblicato in rete da Serena, firmato il 22 luglio dello stesso anno e ratificato a ottobre, l’Inter subentrava al Como, prima con la forma della comproprietà, poi “con l’acquisizione totale e definitiva del giocatore”. In questo caso, la firma in calce è quella di Giancarlo Beltrami, oggi ottantacinquenne, al tempo direttore sportivo del club nerazzurro dal 1977 e il 1993, sotto le presidenze di Ivanoe Fraizzoli ed Ernesto Pellegrini. “Il calcio al tempo era completamente diverso, noi giocatori eravamo proprietà dei club, che determinavano il nostro destino. Noi giocatori avevamo la possibilità di contrattare in qualche modo i nostri compensi. Io ho sempre voluto farlo da solo, senza un procuratore. Ci tenevo che nel rapporto con il club la faccia e fosse la mia, così come la parola”, racconta Serena.
L’autobiografia di Aldo Serena
Aldo Serena, nato a Montebelluna nel 1960, ha raccolto i ricordi della sua lunga carriera di calciatore nel libro “I miei colpi di testa“, scritto a quattro mani con il giornalista di Repubblica Franco Vanni, in uscita il prossimo 20 settembre. In poco più di 300 pagine, Serena racconta dei tre scudetti vinti con Juve, Inter e Milan, dei derby di Milano e Torino giocati (e vinti) con tutte e quattro le maglie, delle avventure con la Nazionale. Nell’autobiografia trova spazio anche il racconto della sua vita dopo lo sport giocato, come “voce tecnica” nelle telecronache e come padre di due figli.