Il governatore leghista del Veneto: «La Liberazione non sia solo memoria, ma proiezione sul futuro. Qui fu Resistenza come oggi a Kiev»
«Il 25 Aprile è una festa fondante. Io vorrei che diventasse anche una festa di futuro». Luca Zaia, di sicuro, non ha problemi con la festa della Liberazione
. È, semmai, tra quelli stufi dei derby che ogni anno si giocano in suo nome. Per il governatore veneto la data deve diventare «la festa della lotta all’intolleranza, al razzismo, alla violenza e alla mancanza di libertà. Che sono valori di tutti, non di destra o di sinistra. E il 25 Aprile è importante, oggi come ieri».
Perché, secondo lei, il 25 Aprile resta importante?
«In primo luogo, dato che siamo al 78esimo festeggiamento, non dimentichiamo mai che dall’8 settembre 1943 in questo paese si è combattuta una guerra di Resistenza. Ed è fondante perché la liberazione dal nazifascismo è una cosa per cui non hanno combattuto soltanto coloro che erano in armi. Ma ha coinvolto, donne, bambini, civili. E vanno ricordati gli ebrei sterminati e anche i non italiani che hanno partecipato. È stata una guerra del mondo. Ma è anche attualità».
Author: Marco Cremonesi
Data : 2023-04-22 06:13:29
Dominio: www.corriere.it
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