La transizione energetica dell’Italia può passare dai tetti di stabilimenti e capannoni industriali. Attraverso l’installazione del fotovoltaico. Lo dimostra un calcolo compiuto dalla tech company Cerved, che ha messo a sistema le informazioni di cui dispone e investito in un’applicazione per elaborarle con l’ausilio dell’intelligenza artificiale.
In particolare, analizzando ampiezza, posizione geografica, caratteristiche aziendali come i consumi energetici e la solidità finanziaria delle varie realtà sparse sul territorio nazionale, il gruppo con sede a San Donato Milanese ha individuato 110mila siti capaci di mettere a disposizione del sistema paese 300 chilometri quadrati di superfici, sufficienti a realizzare 30 gigawatt di nuovi impianti fotovoltaici di grandi dimensioni. In tal modo, sarebbe coperto il 75% dell’obiettivo al 2030 di potenza dal fotovoltaico installata per impianti superiori ai 200 chilowatt e il 60% del target totale di 50 gigawatt previsti dall’accordo europeo Pronti per il 55 (Fit-for-55).
Il piano:
Gli investimenti
L’intervento, come riporta una nota diffusa da Cerved, sarebbe in grado di attivare tra i 30 e i 36 miliardi di euro di investimenti e avrebbe allo stesso tempo un notevole impatto ambientale, portando a un risparmio di emissioni di circa 9.000 tonnellate di anidride carbonica all’anno. Un dato non trascurabile, considerato che entro il 2030 la generazione da solare fotovoltaico dovrà triplicare, passando dai circa 25 attuali a 75 gigawatt totali.
Nel dettaglio, attraverso dati satellitari e tecnologie di image detection basate sull’intelligenza artificiale, la tech company è riuscita a geolocalizzare gli immobili e i siti produttivi con una copertura unitaria superiore ai duemila metri quadrati, grandi abbastanza per ospitare impianti di almeno 200 chilowatt, soglia che li renderebbe attrattivi per gli operatori specializzati.
Una seconda scrematura è quindi stata tesa a individuare i tetti piani o quelli inclinati orientati a sud/sud ovest, ovvero quelli ideali per l’irraggiamento, che rappresentano il 65% circa del totale. Sono inoltre state tolte eventuali ostruzioni, in media il 3% delle superfici.
Un ultimo passaggio ha poi riguardato le caratteristiche del territorio: precipitazioni, distanza dalla rete elettrica, vincoli paesaggistici, rischio idrogeologico, comunità energetiche. Questi ultimi dati, insieme ai precedenti, sono stati incrociati con il ricco ecosistema di informazioni sulle imprese italiane di cui Cerved dispone, che vanno dal loro consumo energetico alla loro affidabilità creditizia, dai loro profili Esg ai costi degli impianti fotovoltaici, passando per l’esigenza di finanziamenti.
Il commento
“Molte aziende – commenta l’amministratore delegato di Cerved Andrea Mignanelli – potrebbero produrre energia dal fotovoltaico ma non hanno idea del loro potenziale di produzione. Le imprese energivore, per esempio, che in questo momento stanno sostenendo degli elevati costi di approvvigionamento, potrebbero avere grandi benefici dall’installazione di impianti propri. Allo stesso tempo, anche le banche vorrebbero intercettare questi casi e sostenerli in maniera mirata”.
“Siamo – aggiunge – in un momento storico di forte discontinuità, in cui dati e tecnologie avranno un ruolo centrale per comprendere i rischi, ma anche le opportunità. Una delle maggiori sfide per le imprese italiane riguarda proprio la transizione energetica, che per essere implementata su vasta scala deve coinvolgere sistema produttivo, innovazione tecnologica, politica e sistema finanziario”.
Lo sviluppo dell’autoconsumo diffuso rappresenta per il settore industriale, in particolare per le pmi, che possono partecipare alle comunità energetiche rinnovabili (Cer), una grande opportunità. “Si tratta di realizzare – si legge nella nota della tech company – 5 gigawatt di potenza entro il 2027: questo permetterebbe incentivi in tariffa per energia condivisa tra i 60 e i 120 euro per chilowattora (fino a 5 gigawatt per 20 anni) e incentivi in conto capitale (fondo perduto Pnrr) pari a 2,2 miliardi di euro, destinati alle Comunità energetiche rinnovabili per comuni sotto i 5 mila abitanti”.
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di Alessandro Patella www.wired.it 2023-06-26 11:08:40 ,