Combattere il cambiamento climatico, la perdita della biodiversità e ridurre i rischi per la sicurezza alimentare. Sono questi gli obiettivi della nuova legge sul ripristino della natura, approvata dal Parlamento europeo in una votazione che ha spaccato a metà l’emiciclo, con tutta l’estrema destra e parte del Partito popolare europeo schierati contro la proposta. Alla fine, la proposta per bocciarla è stata rifiutata con 324 voti contrari e 312 a favore, mentre il voto specifico sulla legge è passato con 336 sì, 300 no e 12 astensioni.
Cosa prevede la legge sul ripristino della natura
La disposizione centrale della nuova legge prevede che i vari stati membri mettano in campo, obbligatoriamente, tutte le misure necessarie per ripristinare almeno il 20% di tutte le aree terrestri e marine dell’Unione europea. Un primo passo per riuscire a ripristinarne il 100% entro il 2050. In più presenta nuovi e più ambiziosi target per migliorare lo stato di conservazione e di funzionamento dei principali ecosistemi, compresi quelli agricoli e urbani, e degli habitat naturali più importanti per salvaguardare la biodiversità europea.
Sono previste anche azioni per migliorare la salute e la diffusione degli insetti impollinatori, come le api, fondamentali per proteggere il settore agricolo e assicurare che possano proseguire nel loro importantissimo lavoro di fertilizzazione dei territori. Infine, per contrastare il pericolo di alluvioni e dissesti idrogeologici, la legge sul ripristino della natura include anche nuovi obiettivi per estendere la rimozione delle barriere fluviali inutili in tutta l’Unione.
Le critiche e le risposte
La destra e l’estrema destra europee hanno contestato e si sono opposte alla legge, sostenendo come queste misure avrebbero reso più difficile il lavoro degli agricoltori, imposto la creazione di aree protette e ostacolato l’installazione di nuovi impianti per le energie rinnovabili. Critiche senza fondamento, a volte anche completamente false, genericamente fuorvianti e contestate dagli stessi operatori industriali del settore.
Per prima cosa, come facilmente comprensibile, è proprio l’assenza di misure a tutela della natura a rendere non solo difficile, ma potenzialmente a devastare il settore agricolo. Come dimostra il disastro avvenuto a maggio 2023 in Emilia Romagna, frutto dell’unione dei fenomeni climatici estremi dovuti al cambiamento climatico e all’estremo consumo di suolo che ha ridotto gli argini e cambiato il corso dei fiumi.
Per quanto riguarda il presunto obbligo di creare nuove aree protette, la critica è semplicemente falsa, come riporta il sito del Parlamento europeo, e nessuna misura del genere è contenuta all’interno della legge. Infine, come ha sottolineato su Twitter il gruppo industriale per l’energia eolica Wind Europe, la legge non va a bloccare alcun progetto per la creazione di nuovi impianti eolici o solari. Al contrario, un articolo della legge sottolinea come questi impianti siano di interesse pubblico.
Il piano politico
Questa votazione, oltre alla sua importanza ambientale, ha rappresentato un primo esperimento per saggiare la futura, possibile alleanza tra il centro destra del Partito popolare europeo, che ha creato il polverone mediatico sulla nuova norma, e le formazioni di estrema destra, in vista delle elezioni europee del 2024. Si tratta anche di una prima spaccatura nel fronte unico centrista tra i Socialisti e democratici e il popolari, finora uniti in tutte le misure relative alla transizione ecologica.
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di Kevin Carboni www.wired.it 2023-07-12 14:29:06 ,