In Campania la terra continua a tremare. Alle 22.08 di lunedì 2 ottobre un terremoto ha interessato i Campi Flegrei, epicentro del sisma, e si è sentito fino a Napoli. È la seconda scossa più forte degli ultimi quarant’anni nell’area dopo quella di magnitudo 4.2 dello scorso 27 settembre. Il terremoto, verificatosi a una profondità di tre chilometri, non ha causato ingenti danni, ma ha generato uno sciame sismico ancora in corso. Molte persone sono scese in strada, spaventate ed esasperate dall’ennesima scossa di questo periodo.
Le prove di evacuazione
In una conferenza stampa tenuta durante la mattinata di martedì 3 ottobre, il sindaco di Pozzuoli Luigi Manzoni ha annunciato che, a breve, si svolgeranno le prove di evacuazione dei cittadini che vivono nell’area interessata dallo sciame sismico. Non c’è ancora certezza sulla data dello svolgimento di queste prove, ma è stato chiesto alla Regione Campania l’aggiornamento del piano di emergenza sulle vie di fuga che, dice Manzoni, “vanno comunicate con chiarezza alla gente”.
Il piano
Nell’attuale piano di evacuazione che la protezione civile ha predisposto per Napoli e i Campi Flegrei l’intera area è divisa in due zone: una zona “rossa”, più esposta ai pericoli imminenti, e una zona “gialla”, dove è previsto l’approdo delle ceneri vulcaniche in caso di eruzione.
Nella prima, in caso di allarme la salvaguardia della gente passa attraverso l’evacuazione preventiva. Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Quarto; parte dei Comuni di Giugliano in Campania, di Marano di Napoli e alcune municipalità del Comune di Napoli fanno parte della zona “rossa”, che in tutto coinvolge circa 500mila abitanti.
Qui, la gente è tenuta ad allontanarsi dalle abitazioni dopo l’emissione dell’allarme. La condizione di allarme è stabilita dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). Una volta lasciate le abitazioni, i cittadini che vorranno usufruire del trasporto assistito dovranno recarsi nelle aree di attesa previste dalle autorità. Inizieranno quindi i trasferimenti nelle aree di incontro che serviranno a raggiungere “le regioni o province autonome gemellate” in cui gli evacuati troveranno le sistemazioni alternative fornite dallo stato.
Tutti i mezzi (pullman, navi, treni) saranno forniti dalle autorità regionali e nazionali. Chi lo desidera potrà comunque utilizzare autonomamente i propri mezzi per lasciare l’area. In questo caso, sarà sufficiente seguire i percorsi di uscita dalla zona rossa contenuti nel piano. In caso di preallarme, l’evacuazione non è obbligatoria. Potranno effettuarla solo i cittadini che la riterranno necessaria, che potranno trasferirsi autonomamente in una sistemazione alternativa.
Subito fuori dalla zona “rossa”, l’area “gialla” interessa più di 800mila abitanti e comprende i comuni di Villaricca, Calvizzano, Marano di Napoli, Mugnano di Napoli, Melito di Napoli e Casavatore, nonché 24 quartieri del Comune di Napoli. Per la zona “gialla” sono previsti “allontanamenti temporanei della gente che risiede in edifici resi vulnerabili o difficilmente accessibili dall’accumulo di ceneri”. Per realizzare il piano di evacuazione saranno necessarie 72 ore. Le prime dodici ore serviranno alle autorità per predisporre la regolazione del traffico e alle persone per prepararsi a lasciare le abitazioni. Le seguenti 48 ore saranno utili saranno dedicate alla realizzazione delle partenze dei cittadini. Altre dodici ore resteranno a disposizione per risolvere eventuali criticità.
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di Giovanni Esperti www.wired.it 2023-10-03 15:57:52 ,