Il governo svedese sta esaminando una strategia innovativa per affrontare il problema delle emissioni di gas serra nel settore dell’allevamento, che consiste nell’aggiungere alla dieta dei bovini alghe rosse del genere Asparagopsis taxiformis. Infatti, secondo un recente rapporto rilasciato dall’agenzia per la protezione dell’ambiente svedese, negli ultimi anni sono stati compiuti significativi progressi nella riduzione delle emissioni di metano prodotte dal bestiame grazie all’introduzione di additivi nel mangime. In particolare tipologia di alghe rosse sarebbero ricche di bromoformio, una sostanza con il potenziale di ridurre drasticamente le emissioni di metano nei bovini da carne fino al 90%. Il composto in questione ha la capacità di inibire l’enzima responsabile della produzione di metano durante il processo di digestione.
I dati
L’impatto delle emissioni inquinanti legate agli allevamenti intensivi è un problema che non può essere trascurato. Secondo i dati delle Nazioni unite, gli allevamenti in Europa producono annualmente una quantità equivalente a 704 milioni di tonnellate di CO2, superando così le emissioni complessive di automobili e furgoni che percorrono le strade del continente. Nel settore agricolo, specialmente nell’allevamento, ben il 32% delle emissioni è attribuibile alla digestione dei bovini, che comprende sia l’eruttazione che la produzione di letame.
Alla luce di questi risultati, il rapporto svedese suggerisce che il governo incarichi l’agenzia e altre autorità di condurre ulteriori indagini sull’argomento, dato che i risultati finora ottenuti sono davvero promettenti. Le aree di ricerca dovrebbero coprire l’impatto socioeconomico, il supporto agli agricoltori, il miglioramento della ricerca, l’innovazione e una maggiore collaborazione con l’industria. Inoltre, potrebbero essere esplorate ulteriori possibilità di ricerca relative al miglioramento della produttività delle mucche e alle variazioni genetiche tra le razze in termini di produzione di metano.
I costi
Al momento, però gli allevatori esprimono preoccupazione per i costi associati all’attuazione di tali misure e stanno valutando la necessità di sostegno finanziario e di altre iniziative. Questo dibattito si riflette anche a livello europeo, con il parlamento che lo scorso luglio non è riuscito a far passare l’emendamento per includere gli allevamenti intensivi nella direttiva sulle emissioni industriali dell’Unione europea, scontentando diverse associazioni ambientaliste.
Tuttavia, nel febbraio 2022, l’Unione europea ha approvato l’uso del 3-NOP, una sostanza simile a quella contenuta nelle alghe. Questo composto è stato somministrato a vari tipi di bovini in Svezia e in altre località con risultati incoraggianti. Secondo un rapporto svedese, il 3-NOP è in grado di ridurre le emissioni di metano mediamente del 30% nelle mucche da latte e del 45% nei bovini da carne. Nonostante il potenziale promettente degli additivi per mangimi nel ridurre le emissioni di metano, rimangono incertezze riguardo agli effetti a lungo termine e ai fattori che limitano il loro impiego diffuso nella produzione di bestiame.
Gli investimenti
Ciò nonostante le opportunità nel settore hanno suscitato un notevole interesse da parte di alcuni personaggi come Bill Gates e Jeff Bezos, che vorrebbero investire in startup produttrici di additivi per il mangime. Un esempio di successo è l’australiana Rumin8, che si è posta l’ambizioso obiettivo di “decarbonizzare 100 milioni di bovini entro il 2030”. Ciò comporterebbe una riduzione dello 0,4% delle emissioni globali di gas serra, pari a una diminuzione di 200 milioni di tonnellate di emissioni all’anno. Rumin8 ha sviluppato sistemi basati su integratori alimentari naturali a base di alghe, seguendo l’esempio di aziende come Volta Greentech in Svezia e Irish SeaSolutions. La startup ha ottenuto finanziamenti iniziali per un totale di 16 milioni di euro, e recentemente ha attirato l’attenzione di Breakthrough energy ventures (Bev), il fondo di investimento fondato da Bill Gates, che ha contribuito con circa 8 milioni di euro.
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di Riccardo Piccolo www.wired.it 2023-10-20 04:30:00 ,