Tra gli elementi che hanno escluso Trino vi sono a presenza di una faglia affiorante (a 2 metri sotto il piano della campagna) e fenomeni di sollevamento, riassunti in un consiglio comunale aperto giovedì 11 gennaio (il giorno prima della presentazione dell’auto-candidatura) dal geologo Carlo Giraudi, ex dipendente dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea). La variabile che può fare la differenza è la presenza di un terreno sufficientemente ampio per ospitare il deposito, il parco tecnologico e le fasce di rispetto. Circa 50 ettari complessivi. Nella sua prima scrematura, Sogin aveva cercato aree da 150 ettari e forma regolare. Un filtro che ha ridotto di gran lunga le opzioni disponibili. Perché poteva quindi bastare un terreno di 149 ettari o di forma irregolare per essere esclusi in prima battuta.
Il processo di analisi
Sogin ha 30 giorni per valutare l’offerta di Trino e inviare un parere all’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (Isin), l’autorità per la vigilanza dell’atomo in Italia (i cui vertici sono stati prorogati fino a fine aprile dal governo). L’Isin a sua volta ha 30 giorni per rispondere al Mase. A quel punto scatta un altro mese per Sogin per compilare la Cnaa, la carta delle aree auto-candidate, dove mette in ordine di priorità i volontari. Un compito piuttosto semplice, al momento.
A quel punto il Mase avrà due liste in mano. La Cnaa e la Cnai, la carta delle aree idonee, con i suoi 51 siti nelle province di Viterbo (che ne conta 22), Alessandria, Matera, Potenza, Bari, Taranto, Oristano, Sud Sardegna e Trapani. Sulla base di queste dovrà fare in 30 giorni una valutazione ambientale strategica (Vas), una procedura che si applica a progetti che possono avere impatti significativi sull’ambiente. E che in genere richiede anni e coinvolge altri enti, oltre al Comune candidato, come provincia, Regione e città limitrofe. Se qualcuno si oppone, la proposta viene silurata. Terminate le Vas, Sogin ha altri 30 giorni per stilare la classifica finale delle aree, in ordine di priorità, che spedisce al Mase, che lo inoltra all’Isin, che ha altri 30 giorni per dare un parere. Insomma, solo per prendere le decisioni e passarsi la pratica, il decreto prevede 240 giorni massimo di impegno.
Se al termine del processo il ministero si rivolge a un volontario, si apre una trattativa bilaterale. “A quel punto partono 15 mesi di indagini sul territorio da parte di Sogin, vigilata da Isin, e si arriva alla localizzazione”, ha spiegato il consiglio comunale a Trino Nicola Ippolito, responsabile tecnico-scientifico della divisione nucleare del Mase. In quel momento un volontario può tirarsi indietro. Una previsione non chiara della norma, come ha evidenziato nella stessa seduta Gianmaria Mosca, penalista che ha patrocinato cause per conto di ong e associazioni ambientaliste, ma su cui Pane ha dichiarato di aver ricevuto rassicurazioni dal ministero stesso.
Difficile dire se Trino resterà l’unico volontario. E se, a valle della nuova analisi, avrà le carte in regola per ospitare l’impianto, togliendo le castagne del fuoco al governo. Il decreto energia è in fase di conversione alla Camera. E questo potrebbe portare modifiche delle scadenze, riaprendo i termini per presentare una proposta. Al momento, però, non ci sono altre mani alzate.
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di Luca Zorloni www.wired.it 2024-01-16 05:50:00 ,