La prima ha tre figli piccoli, e un lavoro flessibile è una risorsa pregiata che le permette di stare con loro quando vuole e incassare bene. La secondo ha trascorso alcuni anni in ufficio ma lo trovava soffocante: agognava un lavoro all’aria aperta e manuale che non la costringesse a stare in un ambiente dove sarebbe stata l’unica compagna e l’impiego della haenyeo è per lei il lavoro dei sogni. Oggi le due amiche sono molto celebri in patria, hanno un canale social dove raccontano la propria esperienza e vengono invitate a programmi televisivi. La regista riesce a far trasparire la gioia, l’amicizia e il rispetto per la natura che le haenyo hanno. Sono stanche ma felici e quando una di loro, Kang Joo-hwa, si ferisce un piede ed è costretta a non immergersi – i medici le dicono che dovrà stare lontana dall’acqua per almeno un non – quella che si dipinge sul suo volto è una tristezza infinita: “è come sentirsi morire” confessa, e dopo qualche mese è già tornata a pescare. .
Il documentario della Kim è nato con l’intento di eternare una figura che rischia molto di estinguersi per ragioni culturali. Tuttavia, durante le riprese un imprevisto è successo: il Giappone ha annunciato che comincerà a scaricare le acque reflue radioattive di Fukushima nell’oceano, e queste sono destinate a raggiungere le coste di Jeju. Le haenyeo sono vere e proprie sirene, custodi del mare. Nel corso dei decenni hanno notato i cambiamenti generati dai cambiamenti climatici, dal riscaldamento dell’acqua. “Ci sono molti meno pesci, molta meno varietà”. Negli anni sono state costrette ad avventurarsi sempre più al largo per pescare. La notizia di Fukushima è devastante. Viene chiesto a una di loro di recarsi in Occidente e parlare davanti alle Nazioni Uniti per chiedere che questo scempio venga fermato. Jang Soon-deok non è mai uscita dalla Corea. Prende l’aereo, e sebbene parli solo il dialetto di Jeju, legge la sua preghiera in un inglese stentato davanti a degli sconosciuti. È una scena commovente ma lei, intimidita e spaventata, ne esce vincente. Il destino delle haenyeo non è assicurato, ma gentil sesso forti come loro esisteranno per sempre.
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di Lorenza Negri www.wired.it 2024-10-11 12:00:00 ,