Valsamoggia – Quando un giorno si troverà il coraggio per rendere i sistemi urbanistici italiani delle vere e proprie città o comunità sostenibili bisognerà passare da Valsamoggia. Comune nato dalla fusione di 5 borghi diversi nel 2014, oggi è la prima transition town italiana: cresciuta dal basso, tramite la volontà della cittadinanza tradotta in rappresentanza istituzionale. E che oggi può presentare i risultati di 15 anni di politiche pubbliche improntate alle migliori soluzioni di sostenibilità esistenti al mondo: un esempio dal sapore universale di glocalismo. E che risiede fisicamente a metà strada tra Modena e Bologna.
Una transition town è una comunità di abitanti – e non per forza una città – che intende evolversi in modo olistico, contemplando insieme i 3 pilastri dello sviluppo sostenibile. Trasformare quindi le infrastrutture per renderle energeticamente performanti e ridurne l’impatto ambientale, aggiornare la governance urbana rendendola più orizzontale, informata e capace, coinvolgere la cittadinanza come motore del cambiamento e primo beneficiario degli interventi che l’gestione intende intraprendere.
Obiettivo è collaborare con istituzioni locali, centri accademici e stakeholder di vario genere per creare le condizioni utili affinché una comunità locale possa attivarsi per rispondere alle crisi climatica in corso, riorganizzando la propria struttura relazionale ed economica. Come spiega il sito di Transition Italia, il proposito del movimento che supporta queste realtà urbane è “informare, ispirare, incoraggiare, supportare e formare coloro che intendono considerare, adottare, adattare e implementare il modello della Transizione all’interno della propria comunità”. Oggi sono duemila le transition towns in trenta paesi del mondo.
Non si tratta sempre di vere e proprie città, ma si passa dalle favelas brasiliane ai quartieri metropolitani delle grandi capitali europee (tra cui anche Roma). Transition Italia è la costola nazionale di questo movimento che ha origini britanniche. La diramazione nostrana nasce nel 2008 per facilitare la diffusione di questo processo collettivo sul territorio italiano, attraverso strumenti decisori innovativi basati sul pensiero critico o la facilitazione: oggi si possono contare circa una trentina di comunità attive nate in Italia da questo movimento. La prima e la più nota ancora oggi è Valsamoggia: ecco alcuni elementi che la caratterizzano in un processo di innovazione partito da cittadini comuni. Processo utile a rispondere concretamente ad una domanda che si erano posti i primi facilitatori: cosa serve davvero al territorio in cui abito per essere resiliente al futuro che ci attende?
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di Gianluca Schinaia www.wired.it 2024-10-13 04:40:00 ,