Kraken, afferma, viene concesso in licenza anche ai concorrenti, come E.On e Edf. “Nel ventunesimo secolo le cose sono cambiate – prosegue Jackson -. Nel vecchio mondo, ogni volta che c’era bisogno di energia, si bruciava gas o carbone. Con le rinnovabili non è possibile, perché dipendono dal vento o dalla luce solare”. Servono ottimizzazione e capacità previsionale. “Un esempio? In futuro potremmo ricaricarti la batteria dell’auto elettrica studiando le previsioni del tempo e le tue abitudini di guida”, dice. Né più né meno di quanto necessario.
Inevitabile la domanda: siete una compagnia elettrica o una data company? “È ying e yang – replica l’imprenditore -. Uber è una società di trasporti o una tech company? Direi che fornisce soluzioni di trasporto basate sulla propria tecnologia. Ed è proprio qualcosa di simile quello che possiamo fare noi”. Jackson garantisce che i dati dei consumatori non saranno venduti: “Li usiamo solo per ridurre i costi con dei risparmi considerevoli che abbiamo già verificato”.
Un cavo tra Italia e Tunisia
La Tunisia rappresenta un altro attore rilevante per lo sviluppo di progetti a fonte rinnovabile nel continente africano e per l’integrazione del sistema elettrico con quello europeo. Attualmente, il Paese è dotato di interconnessioni elettriche con la Libia e l’Algeria, ma non è ancora stata realizzata alcune interconnessione con l’Europa.
“A tale riguardo – riprende La Camera – l’Italia avrà sicuramente un ruolo rilevante in quanto il primo cavo di interconnessione elettrico con l’Europa collegherà la Tunisia proprio con noi, e dovrebbe essere completato nel 2025. Esso sarà centrale nelle politiche di sviluppo delle rinnovabili in Tunisia e, auspicabilmente, negli Stati limitrofi, fornendo inoltre al Paese la possibilità di sfruttare il collegamento in termini di backup, facilitando l’integrazione di energia solare ed eolica nella sua rete elettrica, riducendo la dipendenza dal gas naturale importato dall’Algeria e rafforzando la sicurezza energetica”.
Egitto e Zimbabwe puntano sull’idrogeno verde
L’idrogeno verde rappresenta un’ulteriore vettore di sviluppo del continente. Il vasto potenziale rinnovabile dell’Africa, insieme alla sua esperienza nella generazione di elettrolizzatori, ha attirato l’attenzione degli investitori internazionali che hanno annunciato diversi progetti di sviluppo basati sulla molecola.
L’Egitto e lo Zimbabwe hanno già installato oltre 100 megawatt di elettrolizzatori e nel dicembre 2021, Il Cairo ha annunciato un nuovo progetto da 100 megawatt per la produzione di ammoniaca verde. In Mauritania, invece, il governo ha firmato un memorandum d’intesa per sviluppare un progetto di elettrolisi da 16 gigawatt, in tandem con lo sviluppo di 45 gigawatt di rinnovabili. Anche in questo ambito, l’Italia si è candidata a essere un hub, facendo da ponte infrastrutturale tra l’Europa e il Nord Africa, capitalizzando la rete di trasporto del gas già esistente e riadattandola al trasporto di idrogeno.
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di Antonio Piemontese www.wired.it 2022-06-18 05:00:00 ,