È Mario Nobile il nuovo direttore generale dell’Agenzia per l’Italia digitale (Agid). Lo ha nominato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica, Alessio Butti. Il nome di Nobile arriva da una selezione, indetta il 26 gennaio, che ha coinvolto 80 candidati, i cui curriculum sono stati vagliati da una commissione esaminatrice formata da tre esperti nominati da Butti. Nobile l’ha spuntata sui quattro finalisti. Wired aveva dato per primo notizia della poltrona ancora vacante ai vertici di Agid, dopo la scadenza del mandato del precedessore, Francesco Paorici.
Chi è Nobile
Nobile è uomo della macchina della pubblica amministrazione. Dal 2015 è stato direttore generale per i sistemi informativi e statistici del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. Laurea in Ingegneria civile e dottorato di ricerca in Ingegneria dei trasporti, ha ricoperto diversi ruoli dirigenziali nella progettazione e pianificazione territoriale e dei servizi informatici per la pubblica amministrazione, inclusi programmi di sviluppo della banda larga nel territorio. Nel 2010 è entrato nel ministero guidato ora da Matteo Salvini, dove in precedenza si è occupato di programmi di riqualificazione urbana e politiche abitative, della gestione e manutenzione dei beni immobili delle sedi centrali e infine delle tecnologie ministeriali.
Cosa fa Agid
L’Agid è uno snodo centrale per la digitalizzazione della pubblica amministrazione nazionale. Ha la supervisione dell’applicazione dell’agenda digitale nazionale. Emana il piano triennale per l’informatica, il cui ultimo aggiornato 2022-24 è stato diffuso lo scorso 23 gennaio. Ha sulle spalle una serie di progetti finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). E poi si occupa a vario titolo di piattaforme digitali. Come Spid, il sistema pubblico di identità digitale al centro delle trattative tra il governo e i gestori per il prosieguo delle operazioni da fine aprile, quando scadono le convezioni rinnovate. O il sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici (Siope), che monitora gli incassi e i pagamenti degli uffici pubblici. E sempre ad Agid fa capo il dominio dei siti gov.it (legati al governo nazionale), lo sportello unico delle attività produttive, la digitalizzazione degli appalti pubblici in capo a 32mila enti che muovono circa 87 miliardi di euro ogni anno, la fattura elettronica.
Se il dipartimento per la Trasformazione digitale esprime l’indirizzo politico (oggi espresso dal sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti, in quota Fratelli d’Italia), all’Agid tocca la traduzione in regole, standard, manuali d’uso e applicazioni pratiche. Basti pensare solo al dossier scottante dell’identità digitale con cui il governo si sta già misurando. Pratica finita sulla scrivania di Alessandro Musumeci, capo della segreteria tecnica del sottosegretario Butti, proprio negli stessi giorni in cui è impegnato a trovare chi succeda a Paorici.
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di Pietro Deragni www.wired.it 2023-03-23 13:46:04 ,