Ulteriori fronti di applicazione tecnologica, attraverso la soluzione smart “Abaco Farmer”,
riguardano in dimora Abaco l’agrivoltaico, il modello produttivo che consente integrazioni tra sistemi di smart farming e impianti fotovoltaici, e l’irrigazione di precisione, per monitorare lo stress idrico delle colture e utilizzare solo l’acqua davvero necessario. Nel caso dell’agrivoltaico, l’obiettivo non è solo generare energia rinnovabile, sfruttando tra l’altro la superficie agricola per un’ulteriore attività produttiva (la generazione di energia, ndr) ma anche creare una protezione per le colture da condizioni di calore eccessivo ed evitare un’eccessiva evaporazione dell’acqua (grazie all’ombreggiatura dei pannelli). La produzione da rinnovabile consente di ridurre la dipendenza da altre fonti per alimentare operazioni fondamentali in ambito agricolo, come l’irrigazione.
Parlare di sostenibilità significa, come in altre industry che vengono associate al tech di default, valutare l’interdipendenza di diversi approcci e soluzioni, al fine di cambiare paradigma grazie alla leva dell’innovazione e della digitalizzazione della filiera. In ballo, come ha ribadito l’evento romano, non c’è solo il tema delle emissioni ma anche numerosi altri, come la domanda di cibo, il cambiamento dei terreni e perdita di fertilità, l’impatto di un clima sempre più complesso da gestire.
L’adozione di tecnologie avanzate e in generale l’inclusione di più strategie innovative per affrontare sfide complesse come quelle della sostenibilità, ma anche tutte quelle relative ad altri aspetti (costi energetici e materie prime, eventi ambientali, ndr), chiama in causa l’impegno e gli obiettivi delle aziende. E nel caso italiano, i margini sono ancora importanti: secondo i dati dell’Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Polimi, “il mercato dell’agricoltura 4.0, nel nostro Paese, nel 2022 è ulteriormente cresciuto, arrivando a superare il muro dei 2 miliardi di euro registrando una crescita del +31% rispetto al 2021. Cresce anche la superficie coltivata con soluzioni 4.0, dal 6% del 2021 all’8% nel 2022”.
Tuttavia, molto resta da fare in quanto “una fetta rilevante degli investimenti del 2022 è stata effettuata da aziende agricole che hanno già esperienza in questo ambito e che stanno proseguendo il proprio percorso di innovazione, andando ad acquisire nuove soluzioni o servizi”.
In altri termini, si agisce sulla stessa superficie già interessata e questo, anche in ottica sostenibilità, potrebbe essere un limite.
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di Maria Rosaria Iovinella www.wired.it 2023-07-28 15:00:00 ,