Un film nelle sale dal 7 luglio, Una boccata d’aria, dove Aldo Baglio recita da solo, un altro in lavorazione con Giovanni e Giacomo, che uscirà a Natale.
Aldo trascorre però i fine settimana in famiglia, nella sua abitazione di Monza, dove True lo ha raggiunto per questa intervista.
Quando hai cominciato a fare spettacolo?
A 20 anni mi sono iscritto a un corso di teatro insieme a Giovanni, col quale eravamo amici sin dall’adolescenza.
In quel momento ci ci saremmo iscritti anche a un corso di ricamo e cucito, vista la situazione che c’era. Milano pullulava di grandi eventi, di spettacoli internazionali, c’era un fermento molto forte. Questa cosa mi ha appassionato. Con Giovanni ripetevamo delle scene già viste, facevamo un po’ gli stupidi, c’erano questi mimi della Bbc che avevano fatto uno spettacolo che ci era piaciuto tantissimo. Tiravamo fuori l’energia che avevamo per cazzeggiare rifacendo le scene.
Un amico ci ha suggerito di fare una scuola di teatro, indicandoci quella del Piccolo, ma lì volevano il provino, noi non avevamo niente di preparato e non volevamo preparare niente, volevamo fare solo la scuola, Allora abbiamo cercato un altro posto dove non chiedevano niente di pronto e siamo andati all’Arsenale.
Baglio, da tecnico della Sip a comico
In quel periodo tu avevi un lavoro, eri stato assunto come tecnico alla Sip.
La scuola dell’Arsenale era serale, frequenza dalle otto alle undici, per cui ci andavo dopo il lavoro. La Sip l’ho lasciata dopo che io e Giovanni avevamo un po’ di repertorio.
Con Giovanni avevate formato un duo che avevate chiamato “I suggestionabili”: raccontaci la scelta di quel nome e, soprattutto, dicci, sei un tipo facilmente suggestionabile?
Avevamo scelto quel nome perché facevamo delle cose in cui ci facevamo suggestionare dagli oggetti, avevamo questa mezz’oretta in cui tutte le cose ci portavano da un’altra parte, era un teatro del nonsense.
Nella vita reale? Sì sono abbastanza suggestionabile: se una cosa mi piace mi faccio suggestionare.
Così è nato il nostro trio
Poi avete conosciuto Giacomo in un villaggio.
Con Giovanni siamo andati in un villaggio in Sardegna dove Giacomo faceva il capo animatore, ci si conosceva già ma non eravamo in confidenza. Lui faceva spettacoli con Marina (Massironi, ndr) e ci ha detto “mi piacete tantissimo, mi piacerebbe fare qualcosa con voi”.
Era un momento in cui io e Giovanni eravamo un po’ in crisi, ma al posto di dividerci abbiamo fatto la scelta di ci allargarci, prima con Giacomo e poi con Marina. Per due anni abbiamo fatto improvvisazione al Caffè Teatro, ci hanno richiesto perché la domenica era un po’ moscia. Abbiamo accettato ed è stata una buona occasione per farci vedere e farci conoscere.
Io e Giovanni abbiamo frequentato un corso di acrobazia
Come nascevano i vostri tanti personaggi, i Bulgari ad esempio?
Qui torniamo al discorso della suggestionabilità. Quando siamo andati con Giovanni a lavorare in un villaggio a Zanzibar c’era questo gruppo del posto che faceva delle cose un po’… storte e noi abbiamo pensato che potesse essere una cosa carina prenderli un po’ in giro pensando che la cosa li avrebbe divertiti, invece l’hanno presa malissimo. Quell’abbozzo di personaggi lo abbiamo ampliato in seguito con Giacomo.
Diciamo che io e Giovanni partivamo avvantaggiati dall’aver frequentato un corso di acrobazia, sapevamo fare due o tre cose acrobatiche che usavamo anche perle clownerie nelle scuole.
Qual è il personaggio e il programma o film al quale sei più legato?
Mai dire gol mi è un programma al quale dobbiamo tantissimo, per cui rimango molto legato. Il film che mi appartiene di più è Tre uomini e una gamba, forse non il nostro film più bello, ma quello a cui sono più affezionato, abbiamo vissuto un momento magico che non ci aspettavamo.
Le cadregh a 2 euro e 30 al chilo
Sei nato in Sicilia ma a tre anni eri già a Milano, quindi sai benissimo la differenza tra una mela e una cadrega.
La scena della cadrega con me vampiro messo alla prova per stabilire se fossi o meno terrone, è una di quelle diventate in un certo senso “cult”. Addirittura mi hanno mandato la foto di un fruttivendolo che esponeva le cassette delle mele col cartello “cadregh due euro e 30 al chilo”, la mela è diventata la cadregh.
Dal 7 luglio sei nelle sale con Una boccata d’aria, dove reciti da solo, a Natale esce il tuo nuovo film con Giovanni e Giacomo. Che titolo avrà?
Il film prima aveva un titolo, adesso ne ha un altro, è Che importa se, la frasettina di una canzone che ogni volta devo cantare a mente per ricordarmene. Sarà il caso che me lo scriva.
Nel film in uscita a Natale sarò il solito casinista
La trama?
E’ il matrimonio dei due figli di Giacomo e Giovanni, che devono sposarsi m una festa molto pomposa perché loro sono due benestanti, e arriva poi il personaggio che interpreto io. Sono il nuovo compagno dell’ex moglie di Giovanni, che è la madre della sposa. Io sono un casinista che infila una serie di gaffes e incidenti esilaranti ma soprattutto costosissimi.
Aldo Baglio papà
Anche tu hai due figli, con due genitori artisti (Aldo Baglio è sposato con l’attrice Silvana Fallisi, ndr), nessuno dei due ha deciso di seguire le vostre orme?
A mia figlia Caterina piace molto il cinema, ha fatto la stagista, l’aiuto regista ma ama stare dietro le quinte, in Una boccata d’aria c’era anche lei, ma non credo farebbe mai l’artista, ha un’altra struttura mentale. Forse mio figlio Gaetano potrebbe avere delle qualità recitative.
Come fa un papà come Aldo Baglio a farsi prendere sul serio?
Ho sempre fatto in modo di tenere separati lavoro e famiglia. I miei figli sono nati con il padre che era già famoso, ma hanno anche disprezzato questa cosa, la gente che ti saluta e che ti fa la battuta a loro spesso ha dato fastidio.
Di Una boccata d’aria, al quale ha collaborato tua figlia Caterina, tu sei stato anche sceneggiatore.
Sì, ho scritto la sceneggiatura insieme ad altri due sceneggiatori, alla terza e quarta stesura abbiamo deciso di far partecipare anche il regista in modo che sentisse il film più come suo. Siamo stati una bella squadra.
Di cosa parla il film?
Nel film io sono Salvo, titolare di una pizzeria che dopo aver saputo che il padre, con cui non ha alcun rapporto da diverso tempo, è deceduto, parte alla volta della Sicilia. Il suo vero obiettivo è l’eredità, il casale di famiglia. Salvo vuole convincere il fratello Lillo a vendere la proprietà così da usare i soldi per salvare la sua pizzeria, prossima al fallimento. Ma il fulcro della storia è proprio nel rapporto col il fratello, col quale si sono lasciati tanto tempo prima e che lui ha anche cercato di dimenticare per pulirsi la coscienza. Certi segreti seppelliti nell’anima, però, riaffiorano e quindi in qualche modo deve fare chiarezza nella sua vita e riuscire a recuperare il rapporto.
Non uso i social
A Monza nel giorno della prima il tuo amico Dario Lessa, giornalista e animatore culturale, ti ha organizzato la sorpresa di farti trovare il cinema pieno dopo un battage sui social. Possibile che tu non ti fossi accorto di nulla?
Dario è stato bravo, sicuramente, ma io non potevo accorgermene, non uso i social.
Il tuo lavoro è far ridere, ma cosa fa ridere Aldo Baglio?
A me fa ridere tutto, ma purtroppo ci sono sempre meno cose nuove. Internet ha portato a una comicità un po’ diversa, che io apprezzo molto, da Maccio Capatonda ai Jackal. Ci sono molte cose carine, però si è chiuso un potenziale per il comico perché una volta c’erano più locali, più palestra, si poteva sperimentare di più. Non ci sono più locali, uno fa una cosa a abitazione la porta in tv e lì finisce tutto, le televisioni vogliono le cose seriali e lì molto potenziale del comico si perde.
Aldo Baglio pittore
Non molti lo sanno, ma hai l’hobby della pittura…
Sono un pittore per,,, Baglio… La pittura per me è una cosa terapeutica, mia moglie è quella che dipinge veramente, io non ho la capacità di dipingere, mi attirano molti i colori, mi piace attaccare nelle tele carte colorate, alla fine viene fuori qualcosa di interessante. Ho fatto dei lavori che possono piacere o non piacere, magari sono delle croste allucinanti, ma vedo che gli amici li appendono in abitazione e la cosa mi fa molto piacere.
Aldo Baglio tifoso
Sei tifoso dell’Inter ma ci sono dei video che ti inchiodano: festeggiavi la promozione del Monza in serie A. Con gli scontri diretti dovrai scegliere, un bel problema. Come lo risolverai?
Preciso che simpatizzo, oltre al Monza, anche per il Palermo, ma la mia squadra del cuore rimane l’Inter. Cercherò di non vedere gli scontri diretti: Monza-Inter è una partita che non vorrei mai vedere, ma tiferò per l’Inter, perché deve vincere il campionato. L’obiettivo del Monza sarà quello di rimanere in serie A. Allora diciamo così: spero che il Monza vinca con tutti, tranne con l’Inter.
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Antonio Murzio , 2022-07-18 09:00:12 ,