Alluvione Marche, il voto di chi ha perso tutto: dall’attenzione al cambiamento climatico a chi darà la preferenza in nome delle vittime

Alluvione Marche, il voto di chi ha perso tutto: dall’attenzione al cambiamento climatico a chi darà la preferenza in nome delle vittime

Alluvione Marche, il voto di chi ha perso tutto: dall’attenzione al cambiamento climatico a chi darà la preferenza in nome delle vittime



“È come se oggi nel segreto dell’urna votasse mio marito. Io sono qui per lui, lo faccio solo per Diego e traccerò la croce per il partito che lui sosteneva”. Romina Ceresoli ha perso suo marito il 15 settembre scorso a Pianello di Ostra, inghiottito dall’acqua e dal fango sotto il garage di dimora dove Diego Chiappetti si era lanciato per salvare l’auto prima che la temporale lo invadesse. Lei lo ha visto scendere lì dentro, è stata l’ultima sua immagine da vivo: “Non mi sto ancora rendendo conto di ciò che è successo – aggiunge la vedova di Chiappetti -, ho ancora le fitte allo stomaco e la mente confusa. Lo rivedo in ogni momento, in testa ho sempre l’immagine di quando lo hanno tirato fuori dal garage, in camera mortuaria per il riconoscimento. Oggi sarei comunque venuta a votare, ma con un’attitudine diversa e di sicuro avrei votato un partito diverso, però ho voluto onorare mio marito esprimendo la preferenza al suo posto. Diego ha sempre votato e ogni volta, se poteva, avrebbe messo dieci, cento crocette sul centrodestra”.

L’alluvione del 15 settembre scorso ha reso inagibili tante case, strutture ed edifici in genere, tra cui la scuola elementare dove di solito veniva organizzato il seggio n. 5 del Comune di Ostra, ossia la frazione di Pianello. Vigili del fuoco e protezione civile hanno realizzato un tendone dove trasferire il seggio, a due passi dal campo sportivo dove mercoledì scorso si sono tenuti i funerali delle quattro vittime del paesino lungo la valle del Misa. La logistica tutt’altro che comoda e le complicate regole del voto qualche disagio lo hanno creato, ma alla fine non si sono verificate code troppo lunghe. Complice anche un’affluenza al voto molto bassa: alle 9 avevano votato 50 dei 1.003 aventi diritto, alle 13 erano poco meno di 200. Confrontando il record delle politiche precedenti alla stessa ora aveva votato il doppio degli aventi diritto: “Molti miei concittadini hanno perso la fiducia nelle istituzioni, è normale che l’affluenza sia bassa. Magari stasera cambiano idea. Chi mi conosce sa bene quali siano le mie preferenze politiche, più a destra, anche se un tempo qui eravamo tutti democristiani – è il punto di vista di Stefania Olivi, figlia di Fernando, l’82enne ucciso dall’onda di fango in dimora sua, a due passi dal ponte sul Misa – Quel giovedì sera in dimora con mio padre ci dovevo stare anch’io, ma poi sono venuta dai miei nipotini e mi sono salvata”.

Per Livio Olivi, altro parente del pensionato deceduto il 15 settembre, e sua moglie Maria Ricciotti “il voto è segreto, anzi segretissimo, ma soprattutto è un diritto e secondo me dovrebbe essere un dovere di ogni cittadino. Speriamo che il Paese torni a vivere. L’unico supermercato non c’è più e forse non riaprirà, il circolo Acli, punto di ritrovo per tante persone, è stato spazzato via”. Tra i primi 50 votanti c’erano anche 9 pompieri: “Mi sono fatto firmare il via libera per poter votare lontano da dimora – dice Gianmario Fossa, vigile del fuoco dell’area ‘Comunicazioni’ di Reggio Emilia arrivato nell’anconetano da pochi giorni – Era mio desiderio partecipare alle elezioni, ma non potendolo fare a dimora mia avevo bisogno di una liberatoria, puntualmente arrivata”.

Non è andata altrettanto bene a Carla Cellammare, pronta a sporgere denuncia contro le istituzioni locali: “Fino allo scorso 25 agosto risiedevo in un comune del milanese, poi ho fatto il cambio di residenza a Ostra, proprio a Pianello. Mi sono subito informata per ottenere la tessera elettorale e sia in Comune a Ostra che al centro di coordinamento dopo l’alluvione mi hanno sempre garantito che sarebbe arrivata. Insomma, mi avrebbero fatto votare senza alcun problema. Stamattina sono venuta al seggio e non è stato possibile, mi dicono che dovrei tornare in Lombardia per votare, ma capisce che non è semplice”.

Nonostante l’amministrazione regionale e quelle comunali di Senigallia e Ostra siano di centrodestra, le responsabilità di quanto accaduto dieci giorni fa vengono attribuite anche al passato: “Nessuno ha mosso un dito nell’ultimo mezzo secolo. Il voto è un diritto, ma qui si sta andando sempre di più verso una dittatura, per questo sono qui, per contribuire, nel mio piccolo, a un cambiamento”. Gian Marco Pittalis, 25 anni, è un agricoltore e con lui al seggio c’è la fidanzata, Maria Luisa Perini, 22 anni: “L’alluvione non ha cambiato la mia idea – aggiunge Pittalis -, nulla scalfisce il mio pensiero. Il caos odierno non è imputabile al breve termine, ma coinvolge tutti gli amministratori nel tempo, chi non ha mosso un dito per pulire gli argini, tagliare le piante a rischio. I fondi da spendere per gli interventi c’erano e ci sono, ma nessuno li spende, la burocrazia blocca tutto e poi questo è il risultato. Una volta c’erano i contadini che curavano il territorio, poi sono arrivati gli ambientalisti”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Raimondo Pianelli e sua moglie Alessandra Mancini: “Noi siamo qui per provare a migliorare le cose, anche se nessuno ha mosso un dito affinché ciò accadesse – racconta Pianelli – Nel centrosinistra non mi ci riconosco più perciò mi sono spostato un po’, verso i moderati, ma vediamo cosa accadrà. La destra? No, in più c’è rabbia per il mancato allertamento da parte della Regione, anche se il buco nero più grosso sono i mancati lavori sui fiumi. Si sono curati di Senigallia e del suo territorio comunale, le frazioni, fino a Bettolelle, poi si sono fermati al confine con Ostra. Quella sera abbiamo visto arrivare contro Pianello un vero e proprio mare in tempesta, non si vedeva la fine. È stato terribile”.

Delle sezioni di voto del comune di Ostra le uniche a essere delocalizzate in centri di fortuna sono state quella di Pianello e delle Casine di Ostra, la n.6, realizzata in una palestra. Qui le operazioni di voto si sono incartate nella tarda mattinata, addirittura con la necessità di stoppare il tutto per qualche tempo in modo da riorganizzare le cose. Il tenore delle risposte degli aventi diritto a Casine rispecchia quanto sentito a Pianello: “Il mio partito non tornerà più – ammette sconsolato Nazzareno Agarbati – La Democrazia Cristiana si è sgretolata in mille rivoli e oggi non restano che le briciole”.

Non sono mancati i giovani: “Invece del cosiddetto ‘voto utile’ ho preferito scegliere un partito che mi rappresentasse anche se dubito possa avere un grande successo – sostiene Samuela Crostelli, 27 anni – È uno dei pochi, se non l’unico, in cui c’è traccia del problema del cambiamento climatico, la cosa che mi sta più a cuore, mentre il tema è sparito dagli altri programmi. Avrei votato comunque, anche se non ci fosse stata l’alluvione dieci giorni fa. Certo, mi ha dato uno stimolo in più”.



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di Pierfrancesco Curzi
www.ilfattoquotidiano.it
2022-09-25 16:50:15 ,

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