Chi vive a Napoli – o è di famiglia di origine partenopea, come l’autore di questa rubrica – saprà che da quelle parti per riferire che è accaduto un disastro si dice “è successa Casamicciola” (oppure “ccà pare Casamicciola”, come esclama Luca Cupiello nella commedia di Eduardo). Era la sera del 28 luglio 1883 quando a Ischia la terra tremò. La scossa durò circa quindici secondi, magnitudo 5,8. “Dall’isola si è levata tanta polvere da giungere fino ad annebbiare l’aria e non far distinguere una persona dall’altra – scrisse la Gazzetta Piemontese – Immediatamente dopo si sono intese grida strazianti come di gente che chieda soccorso”. Morirono oltre 2300 persone, soprattutto a Casamicciola, che all’epoca contava 4300 abitanti. Tra i morti anche i genitori e la sorella del 17enne Benedetto Croce, che restò per ore sotto le macerie. Uno dei sismi più mortali della storia, probabilmente il peggiore in epoca moderna, è quello di Tangshan del 28 luglio 1976, magnitudo 7,6. Importante città industriale della provincia cinese dell’Hebei, Tangshan aveva oltre un milione di abitanti e non era costruita per sopportare terremoti (nonostante la zona notoriamente sismica). Il numero preciso dei morti non si è mai saputo, ma gli esperti concordano su una cifra intorno a 300mila.
repubblicawww@repubblica.it (Redazione Repubblica.it) , 2024-07-27 22:01:00 ,www.repubblica.it