Un cilindro di ghiacciato del diametro di pochi centimetri e lungo quasi tre chilometri, scavato direttamente nel plateau antartico, l’enorme altopiano a 3mila metri di quota dove svetta il polo Sud. È qualcosa di più che un enorme tubo gelato: si tratta, in realtà, di una vera e propria macchina del tempo che consentirà agli scienziati – un gruppo internazionale di 16 persone, tra ricercatori e personale logistico – di ricostruire la storia climatica del nostro pianeta tornando indietro a un milione e mezzo di anni fa. Questo l’ambizioso obiettivo del progetto Beyond Epica, uno studio internazionale guidato dall’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Isp-Cnr) nell’ambito del Pnra (Programma nazionale di studio in Antartide), che proprio in questi giorni sta conducendo la quarta e decisiva campagna di perforazione presso il campo Little Dome C, a 35 chilometri dalla stazione italo-francese amicizia, in Antartide. Le condizioni di lavoro, com’è facile immaginare, sono molto difficili: la temperatura media è di 35 °C sotto lo zero, si vive lontani dalla base (in Antartide 35 chilometri è una distanza considerevole), bisogna prodursi l’energia ed essere pronti ad assalire tutte le sfide di un ambiente così estremo e ostile.
Epica e oltre
“Il progetto Beyond Epica, come suggerisce il nome” ci racconta Carlo Barbante, ordinario di Ca’ Foscari Venezia, associato a Cnr-Isp e coordinatore della studio, “è figlio di Epica, l’originario progetto di carotaggio concluso nel 2006. Epica ci ha fornito informazioni straordinarie, consentendoci di ‘leggere’ nel ghiacciato la storia del clima del nostro pianeta degli ultimi 800mila anni. Abbiamo ricostruito l’andamento della temperatura media e soprattutto lo abbiamo messo in relazione con le concentrazioni di gas serra, il che ha mostrato, ancora una volta, come le concentrazioni attuali siano del tutto fuori scala rispetto a quello che è successo nel passato”. Epica ha soprattutto permesso di studiare la cosiddetta transizione del Pleistocene medio, un momento storico in cui il clima “ha cambiato modo di cambiare”. “Prima della transizione si verificavano ere glaciali più o meno ogni 40mila anni, legate soprattutto a variazioni dei parametri orbitali terrestri” dice ancora Barbante “dopo, invece, si sono registrate oscillazioni più lente e più ampie, in una finestra temporale di circa 100mila anni, legate probabilmente a qualche parametro ‘interno’ al sistema climatico e non a parametri orbitali del pianeta. Dobbiamo capire cosa è successo”. Per capirlo, bisogna andare ancora più indietro nel tempo, piuttosto prelevare carote di ghiacciato ancora più lunghe. Ed ecco, quindi, Beyond Epica.
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di Sandro Iannaccone www.wired.it 2024-12-07 06:00:00 ,