Torre del Greco. «Tutti i candidati a sindaco di Torre del Greco dovrebbero inserire nel proprio programma di governo cittadino l’individuazione di locali idonei a ospitare l’ufficio del giudice di pace». Alla vigilia del voto destinato a individuare il successore di Ciro Borriello – l’ex deputato di Forza Italia sacrificò il «presidio di legalità» sull’altare dei costi di gestione – l’associazione forense Enrico De Nicola rilancia la «battaglia» per riportare in città l’ufficio oggi accorpato al tribunale di Torre Annunziata, con inevitabili disagi legati ai «tempi della giustizia» e alla partecipazione dei cittadini alle cause.
Il dialogo con il Comune
L’occasione per riprendere la crociata per il giudice di pace è arrivata insieme all’istituzione di un apposito albo di legali a cui affidare gli incarichi esterni per la difesa dell’ente di palazzo Baronale: «Riteniamo si tratti di una lodevole iniziativa – sottolinea l’avvocato Rino Imbò, presidente dell’associazione forense Enrico De Nicola – perché garantisce trasparenza e competenza: gli avvocati non devono essere visti solo come freddi e cinici professionisti perché ricoprono una funzione socialmente utile. La partecipazione all’avviso pubblico del Comune conferma l’apertura della locale classe forense a mettere le proprie capacità a disposizione della collettività, non certamente a fini utilitaristici». Il nuovo corso in Municipio in fatto di incarichi legali apre così le porte all’ennesimo «assalto» per riportare in città il «presidio di legalità» perso a febbraio del 2016. A due anni di distanza, la situazione all’interno del palazzo di giustizia di Torre Annunziata, resta drammatica. E non sempre si riesce a garantire il regolare svolgimento dei processi.
I costi e l’indotto
A provocare la chiusura dei locali di viale Cristoforo Colombo erano stati – secondo i conti della passata amministrazione comunale guidata dal sindaco Ciro Borriello – gli eccessivi costi di gestione, legata alla presenza di personale del Comune con svariati compiti. «Non conosco dettagliatamente la somma risparmiata dall’ente di palazzo Baronale con la soppressione dell’ufficio del giudice di pace – sottolinea il presidente dell’associazione forense Enrico De Nicola – ma, in passato, varie volte abbiamo presentato soluzioni per ovviare al problema. Siamo arrivati a inoltrare una diffida al ministro della giustizia per sottolineare i disagi vissuti a Torre del Greco: disagi che, ribadisco, penalizzano non tanto gli avvocati bensì direttamente i cittadini costretti a subire le conseguenze di scelte evidentemente inadeguate a un bacino d’utenza come quello dell’area vesuviana». In soldoni, poi, a pagare le conseguenze del trasferimento a Torre Annunziata dell’ufficio del giudice di pace sono anche i commercianti del territorio: «Basti pensare all’indotto legato alla presenza di un polo giudiziario – conclude Rino Imbò – per realizzare come un simile presidio di legalità possa essere fondamentale per la nostra città. Pertanto, chiederemo a tutti i candidati a sindaco di inserire la questione relativa all’ufficio del giudice di pace all’interno del proprio programma di governo cittadino».
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