Arbitri, Doveri di Roma arbitrerà la squadra di Mourinho: cade il principio della territorialità – Calcio

Arbitri, Doveri di Roma arbitrerà la squadra di Mourinho: cade il principio della territorialità – Calcio

Arbitri, Doveri di Roma arbitrerà la squadra di Mourinho: cade il principio della territorialità – Calcio



Svolta storica nel mondo arbitrale, con l’abolizione del principio di territorialità. Daniele Doveri, arbitro della sezione Roma 1, dirigerà sabato sera la partita dei giallorossi a Verona. Abbattuta definitivamente quindi quella regola per la quale un arbitro non poteva dirigere la squadra della città in cui abita e lavora.

Invece Doveri, nato a Volterra ma cresciuto professionalmente nella Capitale, presso la sezione che ruota attorno a Roma Ovest, dalle parti di piazza San Pietro, è stato scelto senza tener conto di criteri geografici. Ed è solo la prima di una serie di scelte, che il designatore Gianluca Rocchi aveva preannunciato nella scorsa stagione, dopo qualche segnale dato dell’allora presidente Aia, Nicchi.

Marinelli di Tivoli per Lazio-Genoa

La regola in sè era stata cancellata alcuni anni fa, ma rimaneva la norma non scritta. Già l’anno scorso i segnali (Sozza di Seregno a dirigere l’Inter), e in questa seconda giornata c’è anche Marinelli, di Tivoli, designato per Lazio-Genoa. “Sarei contento di arbitrare Roma e Lazio, sarebbe un bel salto culturale”, aveva commentato qualche giorno fa, dal ritiro di Narni, lo stesso Doveri, internazionale da diversi anni e attualmente considerato tra i top 3 della serie A. intervistato da Sky ed evidentemente avvisato che prima o poi sarebbe accaduto.

Quel precedente di Paolo Casarin

Il vincolo geografico non ha mai riguardato la città di origine degli arbitri ma la loro sezione di appartenenza e dunque il luogo in cui vivono: evidente lo scopo, evitare incroci pericolosi con i tifosi concittadini. Oggi il terreno di possibili contestazioni, più che la strada, è l’arena social, e comunque Rocchi e con lui tutti gli arbitri hanno voluto dare un segnale “culturale”. Finiti i tempi, insomma, in cui un Paolo Casarin, veneziano trapiantato a Milano, rappresentò l’eccezione. Nel marzo 1977 diresse infatti un Inter-Milan finito 0-0 e passato alla storia come l’ultimo derby in cui si incrociarono Rivera e Mazzola. “Quando mi telefonarono per dirmi la designazione, pensai a un errore – ha raccontato tempo fa l’ex internazionale – Poi andai allo stadio in macchina, e la nascosi per evitare eventuali ire dei tifosi come facevo alle mie primissime partite…”. Altri tempi.



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