È stato arrestato — a vario titolo — l’accusa di abuso sessuale e detenzione di materiale pedopornografico. In manette è finito — una ventina di giorni fa — un insegnante in alcune scuole primarie del territorio apuano che è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Massa, come ha anticipato l’edizione locale de La Nazione.
Una decina i morti dei presunti abusi, alunne delle scuole medie. Ma in altri episodi le bambine sarebbero state ancora più piccole. I fatti contestati dalla Procura di Massa Carrara si riferiscono all’anno scolastico in corso.
L’inchiesta è nata grazie a una madre che, nel controllare il cellulare della figlia, si è accorta che qualcosa non andava. A quel punto le ha chiesto spiegazioni: la ragazzina avrebbe così raccontato di aver incontrato il professore nella sua abitazione. «Incontri particolari» nel quale il giovane docente le avrebbe chiesto alcune cose.
A questo punto la madre è corsa dai carabinieri a denunciare il fatto, dando anche ai militari il contenuto del cellulare della figlia. La Procura — appena informata — ha immediatamente disposto una perquisizione a casa del docente, dove i carabinieri gli hanno trovato e sequestrato il cellulare.
Nel frattempo all’uomo è arrivato un provvedimento di sospensione dall’insegnamento. A tempo di record i carabinieri sarebbero riusciti a trovare nelle cellulare e nel pc dell’uomo diverso materiale: fotografie e video di minorenni in cui sarebbero comparsi anche diversi oggetti erotici. Proprio per questo motivo è scattato il reato di detenzione di materiale pornografico.
Allo stesso momento i carabinieri sarebbero anche riusciti a risalire alle altre presunte vittime di questa vicenda.
Le minorenni — una decina in tutto — sono state sentite anche alla presenza dello psicologo. Una decina i morti che frequentano le scuole medie ma almeno un paio i casi dove sarebbero coinvolte anche bambine più piccole.
Anche grazie al suo cellulare, il docente sarebbe riuscito a convincere le minorenni ad andare nella propria casa promettendo divertimento, regali e in alcuni casi soldi, in cambio di «giochini».
Dalle chat analizzate dagli investigatori dell’Arma sarebbe emerso anche una sorta di prezziario: foto in alcuni atteggiamenti provocanti rispetto ad altri avrebbero avuto un diverso «valore» per il docente.
Le minorenni sarebbero state vestite con indumenti intimi. L’uomo si sarebbe «divertito» anche a mettere lo smalto alle unghie delle minorenni.
I carabinieri, in queste settimane, stanno anche cercando di scoprire se nel frattempo alcune chat siano state cancellate dall’uomo. E se ci siano anche altri presunti pedofili in contatto con l’uomo.
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corrierefiorentino.corriere.it
2024-06-07 06:49:00 ,