di Viola Rita
L’asciugatrice è una importante sorgente delle microplastiche, le minuscole particelle di plastica che inquinano acque, suolo, mari e aria, che arrivano anche dal lavaggio e dal trattamento di capi sintetici. L’impatto di questo elettrodomestico nella produzione di piccoli frammenti di plastica sarebbe addirittura maggiore rispetto a quello della lavatrice, già nota per essere una delle principali fonti di microplastica. A mostrarlo è uno studio pilota pubblicato su Environmental Science & Technology Letters, la rivista dell’American Chemical Society. Secondo la ricerca, ancora a uno stadio iniziale, una singola asciugatrice potrebbe rilasciare ogni anno anche 120 milioni di frammenti di microfibre, di cui molte sono microplastiche, molto più di una lavatrice.
Dalla lavatrice all’asciugatrice
Sappiamo da diversi studi che il lavaggio (soprattutto il primo) di abiti sintetici rilascia molte microfibre nell’acqua del bucato. I sistemi di trattamento delle acque reflue sono in grado di catturarle e bloccarle anche molto efficacemente. Tuttavia, come conferma un recente studio italiano del Consiglio nazionale delle ricerche, c’è comunque una quantità significativa di microplastica che sfugge al controllo e finisce nell’ambiente. Se sul rapporto fra lavatrice e inquinamento dell’ambiente c’è molta attenzione, sottolineano i ricercatori americani, non altrettanta è rivolta ad altri elettrodomestici come l’asciugatrice, che trattano materiali contenenti fibre di plastica.
Una prova diretta
Gli scienziati, coordinati nel lavoro da Kai Zhang e Kenneth Leung, hanno contato quante microfibre sono generate dall’asciugatura di capi in cotone e poliestere. Entrambi producono microfibre, ma solo il poliestere rilascia microplastica (questo è di fatto un materiale plastico). L’asciugatrice utilizzata possiede una ventola esterna tramite cui scarica l’aria umida. Dopo aver azionato l’elettrodomestico per 15 minuti, i ricercatori hanno analizzato il rilascio di microplastica nell’aria esterna circostante, misurando la quantità di particelle sospese nell’aerosol (un termine oggi noto anche a causa del virus Sars-Cov-2).
Asciugatrice vs lavatrice
Sia il cotone sia il poliestere perdono molte microfibre: per entrambi i tessuti l’asciugatrice ha prodotto una quantità da 1,4 a 40 volte maggiore rispetto a quella rilasciata dal lavaggio in lavatrice. Inoltre, il poliestere rilascia quasi il doppio dei frammenti rispetto al cotone, in un’asciugatura di 15 minuti. Le analisi della composizione del materiale hanno messo in rilievo che, a differenza del cotone, il poliestere emette i composti Pet e Pvc, che sono classificati come microplastiche.
Ripetendo più volte la prova è emerso un altro elemento interessante: il poliestere rilascia più microfibre se il carico nell’asciugatrice aumenta, mentre per il cotone la quantità emessa rimane stabile. Secondo l’ipotesi dei ricercatori, nel cotone le particelle si aggregano in pezzetti più grandi che non riescono a rimanere sospese in aria, cosa che non vale per il poliestere, che ha una struttura differente. Da una simulazione, poi, combinando la quantità media di operazioni di asciugatura con il carico di vestiario, gli autori hanno stimato che ogni anno una singola asciugatrice potrebbe produrre da 90 a 120 milioni di frammenti di microfibra.
Lo studio è ancora iniziale e gli esperimenti devono essere approfonditi, tuttavia i primi risultati segnalano il significativo impatto, rispetto alla produzione di microfibre e microplastiche, di questo elettrodomestico. I risultati potrebbero aprire la strada alla ricerca e allo sviluppo di nuovi sistemi per filtrare questi piccoli materiali sui singoli apparecchi domestici.
Fonti insospettabili
Le microplastiche sono ovunque, negli oceani, nell’aria, nel suolo e anche nell’acqua e negli alimenti. E arrivano da lontano, sia nello spazio, sia nel tempo: la plastica che abbiamo buttato 40 anni fa continua a essere in circolo sotto forma di questi piccolissimi materiali. Le microplastiche provengono non solo dall’immondizia ma sono generate anche da altre attività e da oggetti di uso comune. Per esempio, la lavatrice, le gomme dei pneumatici, processi che riguardano l’agricoltura e le acque reflue.
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www.wired.it
2022-01-12 15:00:00