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Un centro di gestione e
coordinamento operativo che assomiglia ad un vero e proprio
quartier generale dell’emergenza, posto a non troppa distanza
dalla zona rossa, ma neanche così vicino, e dove verranno prese
le decisioni più immediate e di impatto nel caso di eruzione del
vulcano dei campagna Flegrei. Per ora si tratta di una simulazione,
ma alla Dicomac di San Marco Evangelista (Caserta), la Direzione
guida e Controllo della Protezione Civile – un interprete già
usato per il terremoto che colpì la provincia di Rieti – tutto è
organizzato nel caso di emergenza reale e concreta.
Alla Direzione si lavora per funzioni, ogni stanza racchiude
un ufficio che si occupa solo di un settore di quello che è il
sistema complesso di evacuazione della cittadinanza, dalla
viabilità all’ordine pubblico, dai danni all’agibilità degli
edifici, dalla salvaguardia dei beni culturali alla cartografia;
c’è poi la strategica funzione “Excon”, che concerne il
controllo dell’esercitazione, ed è è formato da “disturbatori”,
coloro che inviano “inject”, ovvero intoppi alle altre sezioni,
come può essere il crollo del sito internet, e valutatori, ossia
esperti della Protezione Civile che valutano la risposta al
problema. E c’è infine la stanza dove la comunità scientifica
monitora costantemente lo stato del vulcano, e a fianco quella
in cui ci si aggrega per prendere decisioni.
“La governance del sistema – spiega il Capo della Protezione
Civile della Regione Campania Italo Giulivo – è tutta basata
sugli input che arriveranno dalla comunità scientifica, per cui
è fondamentale avere una corta filiera decisionale; così in una
stanza si monitora il fenomeno e in quella a fianco si decide,
in modo da diramare un eventuale allarme sul territorio nel più
breve tempo possibile”.
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