Cannabis, il ministero della Salute ha inserito il Cbd tra gli stupefacenti

Cannabis, il ministero della Salute ha inserito il Cbd tra gli stupefacenti

Cannabis, il ministero della Salute ha inserito il Cbd tra gli stupefacenti


Con una mossa inaspettata e non annunciata, il ministero della Salute ha inserito nel testo unico sugli stupefacenti anche i prodotti per somministrazione orale a base di Cbd, il cannabidiolo ottenuto da estratti di cannabis. Una stretta proibizionista che va a colpire i commercianti di cannabis light, il cui settore è stato sempre nel mirino della destra, per favorire le farmacie, dove questi prodotti potranno essere venduti normalmente.

In base a una sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea del 2020, i prodotti a base di Cbd non devono essere considerati come stupefacenti. Nonostante ciò, il governo Meloni è riuscito comunque a trovare una scappatoia per continuare la sua ideologica battaglia proibizionista contro la cannabis, al fine di attaccare il gruppo commerciale di riferimento, andando a considerare come sostanza stupefacente solo le “composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo”.

Abbiamo scritto “ad uso” orale per riportare fedelmente la dicitura contenuta nel decreto del ministero della Salute sul Cbd, nonostante usare la d eufonica prima di una parola che comincia con una vocale diversa sia errore, come ricorda Treccani. E un errore sembra essere anche la nuova disposizione del ministero, dato che va a inserire tra le sostanze stupefacenti una sostanza che è considerata a livello internazionale come non stupefacente, e che la stessa Organizzazione mondiale della sanità (Oms) specifica non debba essere inserita tra le sostanze controllate, perché non crea dipendenza o danni alla salute.

La scelta ministeriale sembra quindi frutto non della volontà di tutelare la salute, ma di danneggiare chi verrà escluso dalla possibilità di poter vendere i prodotti a uso orale, cioè i negozi di cannabis light. Infatti, questi stessi negozi potranno comunque continuare a vendere cannabis privata del principio attivo psicotropo, cioè il Thc, e i suoi derivati, come cere o altri composti assumibili tramite l’inalazione contenenti Cbd.

E i danni economici colpiranno l’intera filiera che si occupa di produzione, trasformazione e commercializzazione di estratti di canapa a base di cannabidiolo, perché, al contrario di quanto raccomanda l’Oms, la loro vendita richiederà di passare attraverso un rigoroso e costoso sistema di registrazione come farmaco presso il ministero della Salute. Viene quindi spontaneo chiedersi quali siano gli interessi economici che il governo Meloni sta cercando di avvantaggiare con questa mossa, mentre in Germania il governo lavora per legalizzare anche la cannabis contenente Thc.



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di Kevin Carboni www.wired.it 2023-08-24 11:10:43 ,

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