Città, la previsione di come saranno nel 2100 è inquietante

Città, la previsione di come saranno nel 2100 è inquietante

Città, la previsione di come saranno nel 2100 è inquietante


Quando hanno iniziato a studiare per capire quali potessero essere le sfide delle città del prossimo futuro, i ricercatori dell’Università dell’Illinois non si aspettavano niente del genere: secondo i loro modelli entro la fine del secolo circa la metà delle quasi 30mila città degli Stati Uniti subirà un calo demografico importante che metterà a rischio i servizi essenziali come l’approvvigionamento alimentare, i trasporti, gli allacciamenti all’elettricità e all’acqua potabile, l’accesso a internet. Non proprio città-fantasma, ma qualcosa che si avvicina.

Fuga dalle città

Pubblicato sulle pagine della rivista Nature Cities, lo studio si basa sui dati del censimento della cittadinanza statunitense nell’arco di 20 anni (2000, 2010, 2020) e su quelli di cinque possibili scenari climatici futuri. È emerso che già oggi il 43% delle città statunitensi sta perdendo residenti a favore delle aree suburbane e periurbane. Secondo le stime il trend si manterrà (e anzi dovrebbe aumentare) nel corso di questo secolo: a seconda dello scenario climatico, fino al 64% dei centri abitati potrebbe subire un declino demografico tra il 12 e il 23% entro il 2100.

Lo spopolamento delle città, solo in parte compensato dall’immigrazione internazionale e solo in alcuni centri, colpirà di più gli stati americani del Nord-Est e del Midwest rispetto a quelli del Sud e a quelli occidentali. In California, per esempio, la costa meridionale perderà cittadinanza, mentre quella settentrionale ne guadagnerà. Anche lo Utah e il Texas, sebbene oggi stiano crescendo, vedranno la cittadinanza delle proprie città diminuire nel tempo. Le uniche eccezioni, secondo le previsioni di questo studio, saranno il Distretto di Columbia e le Hawaii.

Perdita di servizi

Lo spopolamento porterà una riconfigurazione delle città per come le conosciamo oggi. I centri abitati appariranno frammentati e dispersi, con le aree meno popolate che gradualmente perderanno esercizi commerciali (specialmente alimentari) e servizi, dai trasporti all’accesso all’acqua pulita, dall’elettricità alla connessione a Internet, per deterioramento e incuria delle infrastrutture. Questo fenomeno potrebbe essere acuito dalla maggiore richiesta di risorse delle aree suburbane che, invece, acquisteranno residenti.

I ricercatori sottolineano che quelle fornite sono “probabili situazioni future”, con tutti i limiti intrinseci all’incertezza degli andamenti demografici e dei flussi migratori. Inoltre le previsioni sono state elaborate sulla base delle condizioni attuali del Paese e non includono variabili come l’immigrazione interna dovuta ai cambiamenti climatici (non ci sono abbastanza dati oggi sul fenomeno), catastrofi naturali o guerre.

Sfide senza precedenti

In ogni caso, sostengono, la ricerca ha l’obiettivo di far luce sulla portata delle sfide che potrebbero derivare dallo spopolamento delle città statunitensi. Sfide che richiedono già ora di rivedere i progetti di pianificazione abbracciando i principi di adattabilità, modularità e multifunzionalità. Sarà necessario, inoltre, riconfigurare le infrastrutture in vista del calo demografico, tenendo conto delle peculiarità locali, dalle dimensioni delle città al loro clima, alle condizioni socioeconomiche.



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di Mara Magistroni www.wired.it 2024-01-16 16:04:34 ,

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