Il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato da quando si effettuano le misurazioni. Fenomeni estremi si sono registrati ovunque nel mondo, dal Nordamerica all’Asia, dal Brasile all’Europa. I media hanno riportato notizie di incendi, alluvioni, tempeste: ma i danni del clima colpiscono di più proprio i Paesi che hanno inquinato e inquinano meno. Non solo: quelli che storicamente hanno contribuito di più alle emissioni sono restii ad accettare le responsabilità importanti, come dimostrato dal contrastato avvio del fondo per il loss and damage, per le compensazioni di perdite e danni, creato alla Cop27, la conferenza sul clima dell’Onu di Sharm el Sheik, per risarcire le devastazioni. Ma i paradossi non finiscono qui: come quello del Mozambico, vittima del devastante ciclone Freddy, ma che, nonostante questo, continua ad aumentare le estrazioni di gas, come sottolinea l’organizzazione non governativa italiana ReCommon.
Il sesto rapporto dell’Ipcc (Intergovernmental panel on climate change, il Panel intergovernativo sul cambiamento del clima), uscito nel 2022, ha tolto ogni dubbio: il cambiamento climatico cui stiamo assistendo è di origine antropica, cioè umana. Il negazionismo, però, conta ancora qualche esponente. E le elezioni americane del 2024, che potrebbero vedere la candidatura e la vittoria dell’ex presidente Donald Trump – dato al momento in vantaggio negli stati chiave – non promettono nulla di buono. Il miliardario, ai tempi del primo mandato, ritirò il Paese dall’accordo di Parigi, lo strumento che la comunità internazionale si era data pochi anni prima per lottare contro le emissioni serra. A farlo rientrare ci ha pensato l’attuale inquilino della Casa Bianca, Joe Biden.
Anche le elezioni europee della prossima primavera dovranno confrontarsi con il tema del clima: ma Covid-19, inflazione e guerre hanno fatto retrocedere il tema nelle priorità dei cittadini. Quello che è certo è che, se la mitigazione (cioè la riduzione delle emissioni) resta la strada maestra, l’adattamento agli eventi estremi con opere ad hoc non può essere trascurato: il clima, infatti, ha un’inerzia che dura decenni. E il conto dei danni provocati verrà pagato ancora a lungo.
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di Antonio Piemontese www.wired.it 2023-12-29 05:30:00 ,