Mercoledì 27 settembre 2023 la più grande causa sul clima mai arrivata in tribunale è iniziata. La formazione più solenne della Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) di Strasburgo, chiamata Grande Camera, ascolterà la voce di sei cittadini portoghesi di età compresa tra gli 11 e i 24 anni, che nel 2020 hanno fatto causa ai governi di 32 paesi accusandoli di non agire per contrastare il cambiamento climatico.
Il processo
Il processo, però, non si concentra soltanto sull’inadempienza dei governi, che dovranno rispondere anche di violazione dei diritti umani. In mancanza di una rapida azione politica per la riduzione delle emissioni di CO2, infatti, entro la fine del secolo le giovani generazioni vedranno un aumento della temperatura di tre gradi centigradi. Ciò provocherà ondate di calore sempre più intense, incendi e tempeste, oltre a favorire la diffusione di malattie infettive, come spiega Il Corriere della sera.
Si tratta di chiare minacce alla vita e alla salute delle generazioni future. Anche per questo il processo alla Cedu potrebbe segnare un importante precedente per l’inserimento della lotta per la giustizia climatica all’interno di quella per i diritti umani fondamentali come il diritto alla vita e alla non discriminazione, scrive il manifesto.
A doversi difendere saranno tutti gli stati membri dell’Unione europea, insieme a Regno Unito, Turchia, Svizzera, Finlandia e Russia. Mosca oggi non partecipa all’udienza perché, a seguito dell’invasione dell’Ucraina, è stata esclusa dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. Gli altri paesi, invece, mettono in campo circa ottanta avvocati, incaricati di rispondere alle accuse dei sei cittadini portoghesi sostenuti dal Global legal action network, un’organizzazione no-profit che ha finanziato l’iniziativa tramite un’operazione di crowfunding. Ansa riporta che all’udienza erano presenti almeno seicento persone.
I giovani hanno deciso di agire per vie legali a seguito degli incendi di Pedrogao Grande, in Portogallo, che nell’estate del 2017 hanno provocato più di cento vittime e il rogo di ventimila ettari di foresta. È probabile che non vi sarà alcuna pronuncia da parte della Cedu prima del 2024, ma la sentenza potrebbe costringere i 32 paesi a rispettare gli impegni presi sulla riduzione delle emissioni. Su tutti, quelli contenuti nel documento siglato a Parigi nel 2015 durante la XXI conferenza Onu sul clima (Cop21).
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di Giovanni Esperti www.wired.it 2023-09-27 13:12:51 ,