Da qualche anno l’estate anticipa gli sfaceli che come italiani eravamo pronti ad affrontare al ritorno delle ferie in autunno: temporali, tempeste, maltempo generalizzato. Ormai l’estate è già emergenza, come raccontano le immagini drammatiche di questi giorni a Milano dove i violenti eventi causati dalla crisi del clima hanno provocato anche due vittime. Eppure non è il primo anno che si verificano. Sebbene il 2023 sia il primo in assenza de La Niña” il fenomeno metereologico basato sulle correnti che in qualche modo finiva per attenuare l’incidenza de El Niño, quest’anno i fenomeni a cui abbiamo assistito e a cui probabilmente ancora assisteremo in quest’estate italiana sono figli del clima nostrano.
Perché stanno accadendo in Italia?
“Sono sempre accaduti, anche se in forme diverse. E il fenomeno meteorologico che ha colpito in questi giorni Milano aveva tutte le caratteristiche di un temporale”. Per comprendere meglio questi fenomeni metereologici, Wired ha intervistato Maurizio Maugeri, docente di Fisica dell’atmosfera all’Università degli Studi di Milano.
Il caldo davvero anomalo tradotto in gradi è stata la causa scatenante degli ultimi eventi estremi. Se consideriamo che il record nazionale assoluto di 47 gradi registrato in provincia di Foggia nel 2007 è ancora imbattuto, le settimane passate hanno visto superare i 45 gradi in Sardegna, mentre in Sicilia i 43 gradi sono stati frequenti in diverse località e sono arrivati a toccare anche Roma.
Temperature altissime dovute al surriscaldamento globale, come spiega Maugeri: “In Italia il surriscaldamento globale si manifesta in maniera più intensa della media mondiale: riceviamo il doppio dei segnali di questi cambiamenti climatici. Succede in Italia un po’ perché la terraferma e il nostro territorio soffre particolarmente il calore, un po’ perché la nostra nazione è nell’area del Mediterraneo, un hotspot climatico”, cioè una zona del pianeta che per varie motivazioni è particolarmente soggetta al riscaldamento globale. Basti pensare che negli ultimi due secoli la temperatura nazionale è cresciuta mediamente di 1,7 gradi contro gli 1,1 gradi a livello globale. “Quando si verificano ondate di grande caldo le condizioni di innesto di questi fenomeni, che generano energia di massa d’aria nei bassi strati dell’atmosfera, sono davvero importanti – continua il docente – Nel momento in cui questa massa d’aria si muove verso l’alto lo fa con grande energia e quando condensa vapore acqueo si sviluppano correnti convettive fortissime, che danno luogo a questi grandi fenomeni”.
Si tratta di tipologie di tornado?
No, sono fenomeni metereologici estremi e più intensi del normale ma sono diversi dai tornado. E di certo non sono uragani, vortici d’aria violenti molto più estesi.
Vale la pena infine ricordare che i tornado sono associati a temporali violenti, con venti fino a 500 chilometri orari che durano circa 15 minuti: condizioni diverse da quelle osservate nei fenomeni accaduti in Italia recentemente.
Questi fenomeni aumenteranno in futuro?
Purtroppo, sì. “Si sviluppano come effetto di un fenomeno incrementale legato alle cause che cambiano il clima – prosegue Maugeri -. Se non eliminiamo i motivi del surriscaldamento globale, questi fenomeni non potranno che aumentare. Nella più ottimistica delle ipotesi, dovremmo eliminare le nostre emissioni entro il 2050 e quindi a quel punto si dovrebbe arrestare anche l’incremento della frequenza di questi fenomeni. Non i fenomeni, solo l’incremento. Ma finché avremo CO2 in esubero, questi fenomeni climatici sono destinati a crescere”.
Cosa fare per adattarsi?
Quando si affronta un effetto legato al riscaldamento globale, le prospettive politiche sono la mitigazione (eliminare le cause) e l’adattamento (trovare una nuova dimensione di vivibilità in un mondo diverso). Maugeri spiega: “Sarà molto difficile adattarsi a questi fenomeni. A livello individuale, una cosa che suggerisco sempre è trovare nuove forme assicurative che ripartiscano il rischio da un singolo a un territorio. Pensiamo ai tantissimi danni per i singoli individui conseguenti a questi fenomeni: assicurarsi in modo ripartito andrebbe a supporto delle persone negli eventi imprevedibili”.
Sempre secondo Maugeri, i fenomeni atmosferici temporaleschi che abbiamo osservato nei giorni scorsi sono difficili da prevedere in termini di effetti e intensità. Altri invece devono essere inquadrati per tempo in modo da organizzare la reazione dei cittadini. “Per quanto riguarda i fenomeni estremi più prevedibili, come quanto abbiamo visto recentemente in Emilia Romagna, bisogna sviluppare servizi sempre più specifici per il cittadino – conclude l’esperto -. Innanzitutto, un’informazione meteo capillare ed efficace, e poi l’educazione delle persone a reagire prontamente quando si verificano questi problemi. Le persone vanno addestrate: uno può perdere l’automobile ma non deve perdere la vita pur di salvare la vettura perché è finita bloccata in un’alluvione, come abbiamo visto purtroppo accadere in alcuni casi di cronaca”.
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di Gianluca Schinaia www.wired.it 2023-07-28 04:50:00 ,