Accendere i servizi sul cloud nazionale entro l’estate. È questo l’obiettivo per far decollare il Polo strategico nazionale (Psn), ossia l’infrastruttura su cui migrare i dati critici e strategici della pubblica amministrazione, come comunicato dalla società a Wired. Condizione necessaria per portare a bordo entro settembre i primi 30 enti statali e segnare come raggiunto uno dei traguardi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che sul digitale punta una fiche da un miliardo di euro.
Il progetto:
I tempi
I tempi sono serrati per realizzare il progetto affidato alla cordata composta da Tim, Leonardo, Sogei (la società informatica dello Stato) e Cdp Equity (braccio di Cassa depositi e prestiti, la cassaforte del risparmio postale) lo scorso 11 luglio. Il 28 aprile si chiude la prima chiamata per portare a bordo del cloud pubblico le prime venti pubbliche amministrazioni centrali. Il bando, lanciato il 10 febbraio, mette sul piatto 373 milioni. Un mese dopo è la volta di aziende sanitarie locali (Asl) e ospedali. In questo caso il 19 maggio scade l’offerta di 200 milioni lanciata a metà marzo. Sono invece rimasti sul tavolo 2,9 milioni de 35 che il governo aveva messo a disposizione di Asl e ospedali per agevolare il passaggio al cloud.
C’è un primo gruppo di 95 pubbliche amministrazioni centrali e 80 agenzie sanitarie locali da portare a bordo con urgenza perché gestiscono infrastrutture considerate insicure e critiche. A tendere il polo ospiterà i dati e i servizi critici e strategici di tutte le amministrazioni centrali (circa 200), delle asl delle principali amministrazioni locali (Regioni, città metropolitane, comuni con più di 250mila abitanti).
La tecnologia
Basato su quattro data center ad Acilia e Pomezia nel Lazio, insieme a Rozzano e Santo Stefano Ticino in Lombardia, il Psn offre servizi di housing e hosting dei dati, cloud privato e di adattamento dell’architettura o di alcune componenti alla tecnologia della nuvola. A livello tecnologico, i data center sono dislocati a coppie a 500 chilometri circa di distanza per assicurare ridondanza e continuità del servizio in caso di calamità. La connessione è di mille giga intra coppia e di 10 giga tra le due regioni. A sorvegliare l’infrastrutture ci sono due centrali operative, situate in Liguria e Abruzzo, e a tendere i due centri saranno qualificati come Tier IV e Rating 4, rispettivamente i livelli più alti di certificazione dell’Uptime Institute (ente del settore) e dell’American national standards institute insieme alla Telecommunications industry association (Ansi-Tia 942).
La cordata ha stretto alleanze con Google, Microsoft e Oracle, ma non esclude di stringere altri accordi. Nessuno degli operatori ha fornito a Wired informazioni sullo stadio di avanzamento del progetto con il Psn. Quando avranno sottoscritto il contratto con il Polo nazionale, gli enti pubblici potranno accedere a una console per gestire i servizi sul cloud, già collaudata dal dipartimento di Palazzo Chigi per accogliere le prime amministrazioni che saliranno a bordo.
La strategia
Il Psn è uno dei tasselli della Strategia cloud nazionale, che si articola in tre passaggi. Primo: classificare i dati. Ossia decidere, sulla base dei criteri stabiliti dal Dipartimento per la trasformazione digitale e dall’Agenzia per la cybersicurezza, il grado di sensibilità delle informazioni archiviate: ordinarie, critiche e strategiche. Secondo: sviluppare e utilizzare servizi in cloud e misure di sicurezza. Terzo: migrare sulla nuvola. Obiettivo del Pnrr era arrivare al 75% di adesioni degli enti pubblici entro il 2026. Secondo Palazzo Chigi i riscontri hanno superato le aspettative: 14mila richieste, con il 90% dei Comuni e l’80% delle scuole nazionali che dimostra interesse.
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di Luca Zorloni www.wired.it 2023-04-05 04:40:00 ,