Ho composto messaggi sia per Mail che per Messaggi di Apple che per l’app Mac di Whatsapp senza problemi. Telegram non funziona perché lo sviluppatore non ha implementato ancora Apple Intelligence. Le novità sono ottime se non per la difficoltà di controllare l’impaginazione del testo quando si detta. Se siete di quelli che scrivono messaggi molto brevi e diretti è perfetto, se invece dovete argomentare e organizzare in paragrafi una mail non è la soluzione giusta.
Foto
Le opportunità per l’app di fotografia sono contemporaneamente le più interessanti e le meno straordinarie. Si possono cercare “cose” dentro le foto candidamente descrivendole, oppure modificarle per migliorarne la qualità e rimuovere gli oggetti estranei. Le funzioni ci sono, ma sono tutte cose già viste, sia grazie agli strumenti di terze parti a cui siamo abituati che a quello che si può fare su Android.
Sarebbe interessante vedere come va non tanto sul Mac (dove del resto prevalentemente uso Lightroom di Adobe per fare editing delle mie fotografie che ha ottimi plugin con AI) quanto direttamente sull’iPhone dove scatto, faccio piccole regolazioni e poi condivido suoi social. Occorrerà aspettare aprile per vedere come va realmente.
Strumenti di scrittura
Qui ci sono le novità più interessanti e al tempo stesso la barriera maggiore. Apple Intelligence fa un riassunto dei contenuti delle mail e dei siti veloce e molto stringato, tre-quattro righe quando e senza nessuna concessione al “tono emotivo” del contenuto. Lo fa in un attimo ma solo se i contenuti sono in inglese. Idem per le notifiche. E la riorganizzazione per priorità delle email richiede che siano in inglese. Per questo motivo, anche qui ho visto poco.
Invece, gli strumenti di scrittura per fare revisione, editing e riscrittura creativa sono molto più comprensibili nel loro funzionamento. Innanzitutto sono “funzioni” e non un “prodotto”, quindi sono disponibili in tutte le applicazioni di Apple o di terze parti in cui si può scrivere. La parte di revisione (errori grammaticali e sintattici) è molto interessante. Invece la riscrittura è più intrusiva, perlomeno con l’interfaccia che ha previsto Apple. Questo perché Apple Intelligence permette di generare un testo alternativo in un fumetto a lato di quello della pagina, e poi di sostituirlo integralmente all’originale, senza però che ci sia una traccia dei cambiamenti fatti e di cosa invece è rimasto uguale a prima.
Una questione di sfumature
Come va il “tono” di scrittura? Durante la prova ho scritto tutto in inglese, ovviamente. Non è solo una questione di essere madrelingua: ho notato che le riscritture hanno quel tipico tono da Silicon Valley che stona un po’ in un contesto europeo. Ho provato a far riscrivere un’email formale e il risultato sembrava uscito da una puntata di Silicon Valley: pieno di “awesome” e “terrific”. La qualità c’è (nessun errore, perlomeno del quale io sia consapevole), ma bisogna avere dimestichezza con l’inglese americano per districarsi tra le sfumature e capire quando il tono è preciso.
In conclusione
Le demo mostrate sul palco del keynote lo scorso luglio alla conferenza degli sviluppatori di Apple erano effettivamente spettacolari, ma la realtà quotidiana (anche ignorando la barriera linguistica tra inglese e contenuti in i più italiana) è più sfumata. Il sistema funziona davvero, e quando lo fa il risultato è sorprendente. La sensazione è quella di avere tra le mani uno strumento potente ma ancora acerbo, come un giovane mago che deve ancora imparare tutti i trucchi.
Molte delle funzioni create con Apple Intelligence non sono vere novità, ma stanno consentendo ad Apple di colmare il divario con la concorrenza. Altre (come gli Strumenti di scrittura) sono un asso nella manica: si integrano nel sistema operativo e quindi diventano disponibili per fare tutto con tutte le app. Deve arrivare anche l’integrazione con altri assistenti di terze parti: la prima attesa è quella con ChatGPT ma ci potrebbero essere Google e Anthropic dietro l’angolo.
Infine, va notato che mancano ancora le funzionalità per esempio per creare da zero nuovi emoji con una frase, oppure la Visual Intelligence sul telefono, oppure le azioni avanzate di Siri all’interno delle app che Anthropic sta sperimentando adesso con Claude che “prende il controllo” del computer. In conclusione, se dovessi dare un voto ad Apple Intelligence sarebbe un 7, sì, ma sulla fiducia. L’inizio è buono, vediamo se mantiene le promesse.