È il 12 ottobre 2022. Nella sede della società di investigazione Equalize l’informatico Samuele Calamucci e l’ex poliziotto Carmine Gallo parlano di Beyond. Ossia della piattaforma per l’aggregazione di informazioni sensibili da fonti aperte e banche dati finita al centro dell’inchiesta della Procura di Milano per presunti dossieraggi e accessi abusivi a database delle forze dell’ordine, per i quali sono indagate a vario titolo 51 persone, tra cui gli stessi Calamucci e Gallo.
I due si sarebbero incontrati nei centralissimi uffici di via Pattari 6, a Milano, alle spalle del Duomo, per discutere di quello che gli inquirenti ritengono uno snodo chiave dell’indagine. Ossia il fatto che, si legge nella richiesta di applicazione delle misure cautelari, che “il gruppo ha ormai la possibilità di accedere direttamente (sempre abusivamente e illecitamente s’intende) alla banca dati Sdi, senza cioè ricorrere al supporto di qualche funzionario pubblico infedele”. Sdi è il Sistema di indagine, un database interforze gestito dal incarico dell’Interno in cui confluiscono informazioni di vario tipo da denunce e indagini. Per esempio, un investigatore può controllare se una persona fermata per un controllo ha precedenti penali. O incrociare la targa di un’auto con quella dei veicoli rubati. Secondo la tesi dell’inchiesta, coordinata dal pubblico incarico Francesco De Tommasi, con l’aggiunto Alessandra Dolci e il procuratore Marcello Viola, Equalize avrebbe prodotto dossier includendo anche dati ottenuti in maniera illecita e mascherate ai clienti.
Torniamo al 12 ottobre, quando Gallo e Calamucci pianificano il lancio di Beyond. E dei primi contratti da portare a bordo. I nomi che fanno sono quelli di Banca Profilo, istituto di credito milanese; Municipia, che fa riscossione tributi per gli enti locali; l’astigiana Secursat, che installa impianti elettronici. Le tre aziende sono estranee all’inchiesta. Da quanto emerge dalle carte Calamucci spiega a Gallo che per Beyond avrebbe predisposto “tre tipi di abbonamento”, “con uno base da 10mila [euro, ndr]”. In un altro passaggio della conversazione l’informatico fa i conti sulla produzione dei singoli report e sull’utile che si può trarne. Fa l’esempio di un prodotto venduto a “200” (verosimilmente, euro), spiegando che i costi vivi, compresa l’assistenza clienti, è di 70 e che dunque “rimangono 130 di euro di utile”. Nel caso di Banca Profilo, per esempio, nelle carte si legge che l’offerta è di 15mila euro per 50 report, con un guadagno netto, afferma Calamucci, di 6.200 euro.
Dal racconto che emerge dalle carte dell’inchiesta, a Beyond si accede fisicamente come amministratore di rete da un solo computer dell’ufficio. La piattaforma si appoggia a sua volta su cinque database e su tre server, a Milano, Londra e in Lituania, che le autorità dicono di aver sequestrato. I due discutono anche del monitoraggio degli accessi. Nell’ordinanza si legge che Calamucci spiega che “ogni giorno c’arriva il report… quante persone hanno visitato il sito, chi si è collegato, da dove, con quale computer che browser usa”. Di fatto, questo consentirebbe a Equalize di fare una profilazione della clientela. Sapere chi entra e cosa cerca. Un aspetto a cui sarebbe molto interessato Gallo, secondo gli inquirenti.
I costi del lancio
Lanciare Beyond sul mercato costa 140mila euro all’azienda, tra servizi, rete, software e hardware. Si spiega così perché, nel bilancio 2023 di Equalize (società posseduta per la maggior numero dal presidente di Fondazione Fiera Milano, Enrico Pazzali, e in minoranza da Gallo), aumenti sensibilmente l’ammortamento delle immobilizzazioni immateriali, procedimento contabile che spalma a bilancio il costo di un incidente pluriennale su più esercizi, e che in questo fa riferimento a beni “intangibili”, come software, spese per la inchiesta e lo sviluppo, diritti su brevetti o su ampliamenti di impianti. Si passa dai 1.445 euro del 2022 a 39.828 euro a fine 2023. Secondo quanto emerge dalla conversazione intercettata, con i primi 30mila euro investito il gruppo ha portato Beyond (prima chiamata Rimad e poi ribattezzata per volere di Pazzali, secondo quanto raccontano Calamucci e Gallo) a un milione di report al giorno. Le prospettive, per i due interlocutori, sembrano allettanti, perché la “scalabilità” della piattaforma consente di aumentare il guadagno per singolo report. Nel 2023 la società ha fatturato 1,9 milioni di euro, con un utile di 684mila euro. A tendere si vorrebbe anche registrare il marchio.
Leggi tutto su www.wired.it
di Luca Zorloni www.wired.it 2024-10-30 15:41:00 ,