Dal 1988 l’11 ottobre ricorre il Coming Out Day, una giornata di rivendicazione per la comunità Lgbtqia+ rispetto all’importanza e alla delicatezza del momento in cui si rivelano apertamente e autonomamente il proprio orientamento sessuale o la propria identità sessuale. In occasione della 36esima celebrazione, uno dei tanti fari utili a sensibilizzare l’opinione pubblica si accende giocoforza sulle discriminazioni subite sul lavoro dalle persone queer.
In questo senso, resta attuale una analisi effettuata nel 2023 dall’Istat in sinergia con l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar). Nel dettaglio, essa è stata condotta attraverso un questionario online e ha coinvolto circa 1.200 persone maggiorenni, prevalentemente uomini (61,5%) e giovani tra i 18 e i 34 anni (55,4%), con un alto livello di istruzione (il 64,2% dei rispondenti ha almeno una laurea). La quasi totalità dei partecipanti era occupata o lo era stata in passato.
Le discriminazioni
Un dato rilevante è che il coming out sul posto di lavoro è relativamente comune: il 78,3% degli intervistati dichiara che il proprio orientamento sessuale è noto ai colleghi, il 64,8% ai superiori e il 55,3% ai sottoposti. Nonostante questo, il 41,4% degli intervistati ha segnalato che l’essere omosessuale o bisessuale ha rappresentato uno svantaggio in almeno uno dei tre ambiti considerati, ovvero carriera, crescita professionale o reddito.
Non solo, però. La discriminazione si manifesta anche attraverso micro-aggressioni, vissute da circa otto persone su dieci. In particolare, si intendono scambi ripetuti che inviano messaggi denigratori in modo automatico o inconscio. Il 71,9% delle persone omosessuali o bisessuali intervistate ha dichiarato di aver subito almeno un evento di discriminazione nel proprio percorso formativo, non necessariamente per questioni legate al proprio orientamento sessuale. Inoltre, il 61,2% degli intervistati ha evitato di parlare della propria vita privata per nascondere l’orientamento sessuale e una persona su tre ha persino evitato di frequentare colleghi al di fuori del lavoro.
Infine, il 33,3% ha sperimentato un clima ostile o aggressioni sul posto di lavoro, mentre il 31,3% ha subito offese legate all’orientamento sessuale via web. Il 74,5% delle persone intervistate ha anche evitato di tenersi per mano con il partner in pubblico per timore di aggressioni, minacce o molestie.
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di Alessandro Patella www.wired.it 2024-10-11 11:56:00 ,