di Megan Carnegie
La Corea del Sud sta per attivare un imponente progetto di sorveglianza di massa nei luoghi pubblici, tra le critiche dell’opposizione e degli attivisti per i diritti umani, utilizzando i sistemi di identificazione basati sull’intelligenza artificiale. Attraverso l’uso di oltre 10mila telecamere equipaggiate di software biometrici, le autorità della città di Bucheon tracceranno tutti i movimenti delle persone contagiate dal coronavirus e di chiunque sia entrato in contatto con loro.
Dopo Cina, Russia, India, Polonia, Giappone e alcuni stati degli Stati Uniti quello della Corea del Sud è solo l’ultimo governo ad aver deciso di sperimentare i sistemi di riconoscimento facciale per tracciare le persone contagiate, sfruttando l’occasione data dai poteri straordinari ottenuti per tenere sotto controllo la pandemia.
Nello stato è già in vigore un aggressivo sistema di tracciamento dei contagi, basato sulla raccolta dei dati delle carte di credito, dei dati di localizzazione degli smartphone, dei filmati delle telecamere a circuito chiuso e altre informazioni personali. Tuttavia, le operazioni di riconoscimento e tracciamento sono portate avanti da persone, che lavorano su turni per analizzare 24 ore su 24 i filmati e contattare le persone interessate.
Il nuovo sistema invece, utilizzerà un algoritmo di intelligenza artificiale e software biometrici per analizzare in tempo reale tutti i filmati. Secondo la testimonianza di Park Dae-chul, un parlamentare sudcoreano di opposizione intervistato da Reuters, gli algoritmi riconosceranno le persone che sono poi risultate positive, chiunque abbia avuto un contatto ravvicinato con loro e sapranno verificare se indossavano o meno una mascherina. Inoltre, il sistema sarebbe in grado di tracciare simultaneamente fino a dieci persone in un tempo compreso tra i cinque e i dieci minuti.
Il progetto è stato finanziato dal ministero della Scienza e delle tecnologie con circa 2 miliardi di won (1,5 milioni di euro) e verrà attivato a gennaio nella sola città di Bucheon, a sud ovest della capitale sudcoreana Seul, dove vivono circa 800mila persone. Per ora, si legge su Reuters, il ministero non avrebbe intenzione di espandere questo tipo di videosorveglianza a livello nazionale, ma potrebbe essere solo questione di tempo.
Le critiche
I partiti di opposizione si sono schierati contro il piano di sorveglianza biometrica di massa, sottolineandone i problemi legati alla tutela della privacy e dei diritti umani. Park Dae-chul ha definito “neo totalitario” il progetto del governo di “diventare un Grande Fratello con il pretesto del Covid-19”, riporta Reuters.
Infatti, le norme anti-coronavirus sudcoreane prevedono l’espresso consenso delle persone positive per poter essere tracciati con sistemi biometrici, ma anche senza le videocamere sono in grado individuarli in ogni caso e tracceranno anche chi è solo entrato in contatto. Tuttavia, per i funzionari di Bucheon non ci sarebbero rischi legati alla privacy, perché l’algoritmo oscurerebbe i volti di chiunque non sia un soggetto interessato. Inoltre, il piano del governo ha ricevuto il sostegno dall’autorità sudcoreana di controllo e prevenzione delle malattie, che ha sostenuto la legittimità del sistema, purché utilizzato esclusivamente nell’ambito della legge sul controllo e la prevenzione della pandemia.
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www.wired.it
2021-12-13 13:30:00