Con la nuova circolare ministeriale, dall’1 luglio non sono più obbligatorie le mascherine nei reparti di ospedali e Rsa con pazienti fragili. Scaduta la precedente ordinanza il 30 giugno, nel nuovo documento il ministero della Salute raccomanda «ai direttori sanitari delle succitate strutture, in quanto titolari delle funzioni igienico-sanitarie di valutare l’opportunità di disporre l’uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie nei propri contesti». Caduto l’obbligo, la scelta se continuare a richiederle all’interno delle strutture sarà dei dirigenti. Per quanto riguarda il personale, i direttori sanitari «metteranno in campo ogni misura relativa alla tutela della loro salute», si legge ancora nella direttiva, che interviene con la scadenza dell’Ordinanza dicembre 2023 dal titolo «Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’epidemia da Covid-19 concernenti l’utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie». Nei presidi dove non è previsto il direttore sanitario spetta al legale rappresentante dell’Ente, d’intesa con il medico competente, individuare le opportune misure di protezione. Nella nuova circolare, si invita a prendere tutte le precauzioni necessarie a evitare il diffondersi di virus, dal lavaggio delle mani e degli spazi, al corretto conferimento dei rifiuti.
Le reazioni
«Siamo finalmente ritornati alla normalità, è una decisione saggia e condivisibile», commenta Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova, «assistevamo ormai anche a situazioni paradossali in cui visitando un paziente fragile in ambulatorio non vi era obbligo di mascherine mentre lo stesso paziente visitato in reparto prevedeva tale obbligo». Secondo l’esperto, la mascherina è ancora un dispositivo utile che va utilizzato «quando serve ed in maniera appropriata, e non per una imposizione di legge». E con responsabilità: «Medici e specialisti sanno bene quando usarla. L’obbligatorietà va bene in alcuni momenti e situazioni, ma oggi le circostanze sono diverse e la caduta dell’imposizione è una evoluzione». Una decisione che anche il professore di Igiene all’Università San Raffaele di Milano, già direttore della Prevenzione al ministero della Salute Giovanni Rezza valuta in modo positivo: «Non si può andare avanti a suon di ordinanza, che non possono diventare la routine. È bene responsabilizzare strutture sanitarie e cittadini. È chiaro che ci sono delle regole che ciascuna struttura sanitaria deve seguire per ridurre il rischio di circolazione degli agenti infettivi, ma è giusto responsabilizzare le Direzioni sanitarie ed i singoli cittadini. Ci vuole una presa di coscienza da parte di tutti, fermo restando che i direttori sanitari sono comunque liberi di prevedere nelle proprie strutture regole più stringenti o la stessa obbligatorietà della mascherina se lo ritengono opportuno».
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Scritto da Massimo Ferraro perwww.open.online il 2024-07-01 16:27:41 ,