ROMA – Niente debiti scaduti con calciatori, società e altre federazioni, niente ritardi nei versamenti Irpef e nelle liquidazioni Iva. In fondo si risolve in questo, il controllo economico e finanziario sulle squadre professionistiche. Ma non è affatto poco, perché è un controllo che dura 12 mesi e determina chi possa partecipare, e chi no, al campionato. La famosa e discussa riforma promossa dal ministro per lo sport Andrea Abodi, che punta a statalizzare la verifica sui conti dei club di calcio e basket professionistici, vuol togliere al calcio proprio questo: la verifica che tutti siano in regola con i parametri per partecipare. Per Malagò è “cambiare le regole del gioco”. Abodi invece la difende.
Cosa fa la Covisoc
Oggi se ne occupa la Covisoc. La commissione di vigilanza sulle società sportive, composta da un presidente – oggi Germana Panzironi – e 4 membri: costa in tutto 65 mila euro lordi all’anno (25 mila il presidente, 10 a testa i membri) e li paga la Figc. La Covisoc può richiedere alle società professionistiche il deposito di dati e di documenti contabili e societari necessari per le proprie valutazioni, più integrazioni. Richiedere informazioni su chi controlla i club. E proporre l’attivazione di indagini e procedimenti disciplinari. Un esempio? La famosa inchiesta plusvalenze è nata da una segnalazione della Covisoc alla Procura federale. Ogni anno la Covisoc riceve da ogni società i bilanci, semestrali, relazioni periodiche sulla situazione patrimoniale, previsionali e consuntivi.
Covisoc, come funziona il controllo sulle squadre
Ma la funzione più importante della Covisoc è quella su iscrizioni e controlli periodici. La Figc infatti fissa i criteri per le licenze Nazionali, ossia per iscriversi ai campionati. Le richieste le verifica la Covisoc. Per la prossima stagione le procedure sono iniziate già dal 30 aprile, termine in cui le squadre dovevano depositare i contratti dei giocatori acquistati nell’ultima stagione. Entro il 31 maggio, poi, la Covisoc riceverà la attestazioni che le società non abbiano debiti scaduti al 30 aprile verso la Figc, le leghe, le società, le federazioni estere e i documenti di eventuali dilazioni concordate e che abbiano pagato l’Iva per i primi 3 trimestri dell’anno precedente.
Cosa serve per iscriversi alla Serie A e Serie B
Soprattutto, le attestazioni devono riguardare il regolare versamento di stipendi fino ad aprile, compresi eventuali incentivi all’esodo e compensi vari, per tutti i dipendenti, più l’Irpef fino a marzo e il contributo al fondo di fine carriera sugli emolumenti dei giocatori fino ad aprile. Poi il 4 giugno è il termine ultimo, e perentorio, per presentare la richiesta di iscrizione. Le società di Serie B devono poi allegare una fideiussione per l’iscrizione (o un deposito di garanzia) da 800 mila euro. Quelle di Serie C da 350 mila euro. Ci sono poi altre patte successive, ma il grosso delle verifiche è questo.
La Covisoc e i controlli periodici
Ma i controlli non finiscono qui: la Covisoc continua poi a verificare il versamento regolare durante il corso di tutta la stagione sportiva con controlli regolari. Le società devono infatti documentare alla Figc tramite questa commissione, l’avvenuto pagamento di stipendi e Irpef di tutti i lavoratori per ogni trimestre: il 16 novembre bisogna certificare i pagamenti dal 1° luglio al 30 settembre. Il 16 febbraio per i mesi dal 1° ottobre al 31 dicembre. Poi entro il 30 maggio quelli dal 1° gennaio al 31 marzo. Ogni volta che la Covisoc riscontra un problema, segnala alla Procura federale e le squadre possono andare incontro a sanzioni che vanno dalla multa alla penalizzazione. Fino, ma i casi sono molto rari, all’esclusione in corsa.