Cyborg, i dieci più straordinari tra film, serie e cartoni animati- Wired

Cyborg, i dieci più straordinari tra film, serie e cartoni animati- Wired


di Lorenza Negri

Per festeggiare il ventesimo anniversario dell’anime Cyborg 009: The Cyborg Soldier, elenchiamo gli uomini e le donne con impianti cibernetici di piccolo e grande schermo più significativi ai fini della prospettiva postumanista.

Il manga – e relativo cartone animato, di cui la versione anime del 2001, The Cyborg Soldier, compie vent’anni il 14 ottobre – più conosciuto del compianto Shōtarō Ishinomori è Cyborg 009, o Cyborg – I nove supermagnifici. Incentrato su alcuni individui trasformati in soldati potenziati contro la loro volontà, sono giovani uomini (più una ragazza e un infante) resi più forti, intelligenti o abili grazie a impianti cibernetici. Negli anni che hanno testimoniato il picco di popolarità del genere cyberpunk, i dibattiti sulla direzione che il postumanesimo avrebbe preso si sono spesso consumati sui romanzi di fantascienza, nei film, nelle serie e nei cartoni animati.

Valga l’esempio di due serie, una britannica e l’altra americana, come Doctor Who a Star Trek coi dalek, i cybermen e i borg: il futuro dell’uomo potenziato che trasgredisce i limiti della normale evoluzione è quello che prevede il ricorso all’induzione di mutazioni genetiche o agli innesti cibernetici? Quando un essere umano può essere considerato un cyborg, e quando smette di essere un uomo per diventare, a tutti gli effetti, una macchina? Ecco i cyborg di cinema, serie e anime che ci forniscono le risposte, raggruppati per tipologia.

1. Robocop

Pellicola classica degli anni ’80, è uno dei film di fantascienza ucronica più disturbanti e violenti (anche per chi ama questo tipo di cinema) di sempre, firmati da uno dei registi più perversi, quel Paul Verhoeven che mette in scena la follia dell’onnipotente zaibatsu Ocp: sarà questa a sperimentare sul corpo mutilato del poliziotto Alex Murphy, trasformandolo nel primo poliziotto robot. RoboCop è un cyborg perché Murphy è umano come lo è la maggior parte del suo torso, ma gli impianti neurali nel suo cervello lo privano di sentimenti e ricordi: per buona parte della storia, è più macchina che umano. Ciò che rende agghiacciante e memorabile al tempo stesso la saga è il sequel che mostra altre vittime trasformate in cyborg impazzire e uccidersi, a ricordare quanto la perdita della propria natura fisica possa coincidere con la perdita dell’identità.

2. Terminator e Terminator Salvation: T-800 e Marcus

Il capolavoro di James Cameron ha per antagonista l’implacabile Arnold Schwarzenegger nei panni di “un organismo cibernetico: tessuto vivente su endoscheletro metallico”. Tecnicamente, questo mostro inarrestabile è un cyborg, il risultato dell’integrazione biomeccanica, in pratica è un robot rivestito di pelle e muscoli. Il primo vero cyborg della saga appare solo nell’orripilante Salvation: è Marcus – il condannato a morte a cui hanno sostituto lo scheletro con uno di metallo (la stessa cosa accade al Wolverine di X-Men) – tanto sconvolto dalla propria disumana e involontaria condizione da scegliere la morte.

3. Darth Vader – La vendetta dei Sith

Il villain dal respiro sibilante che da bambini conoscevano come Dart Fener è l’esempio cinematografico più famoso di cyborg. Se nella trilogia originale di Guerre stellari, solo alla fine scopriamo l’uomo mutilato che si nasconde sotto il casco nero, in La vendetta dei Sith scopriamo la straziante parabola della sua trasformazione, quando un giovane e disperato Anakin Skywalker menomato delle gambe e di un braccio da Obi-wan e lasciato a morire a ridosso di un torrente di lava, viene brutalmente trasformato nel cyborg Darth Vader.

4. Steve Austin – L’uomo da sei milioni di dollari

Questo telefilm americano degli anni ‘70 ispirato al romanzo Cyborg di Martin Caidin è un vero e proprio classico anche in Italia, o almeno lo è stato fino a quando il suo spinoff un po’ kitsch La donna bionica con l’invincibile Jaime Sommers non gli ha soffiato il primato. L’astronauta della Nasa Steve Austin (e in seguito la sua fidanzata, la tennista Jaime), che perde tre arti e un occhio in un incidente, reintegrati con sostituti bionici, è il personaggio che ha trasformato un archetipo di nicchia, quello di un genere – la fantascienza – ancora più di nicchia all’epoca specialmente in tv, facendolo conoscere al grande pubblico.

5. Borg – Star Trek: The Next Generation

I borg, così come i citati cybermen di Doctor Who, sono il modello base del postumanesimo che prefigura il potenziamento umano attraverso la cibernetica. I borg si rifanno a una teoria affascinante, quella della mente collettiva (come quella delle api), formato da un flusso di coscienza nel quale sono convogliati ricordi ed esperienze di tutti i partecipanti. Potenzialmente, il fine ultimo dell’evoluzione (come crede, tra gli altri, Gendo Ikari di Neon Genesis Evangelion), ma in Star Trek: The Next Generation e successivi, l’espressione di una schiavitù basata sulla trasformazioni in schiavi cibernetici di vittime riluttanti. I Borg di Star Trek esibiscono arti e parti del corpo – come impianti oculari – meccaniche, per lo più reversibili. Il corpo di un vero cyborg raggiunge un livello di integrazione che non permette all’uomo di sopravvivere senza: è questa la differenza tra un individui che possiedono semplicemente degli impianti e un cyborg.

6. Kang Ki-beom – Rugal

Il k-drama Rugal, incentrato su una squadra di spie cibernetiche, illustra implicitamente i diversi gradi di umano e cyborg: Tae-woong, provvisto di un braccio bionico, può anche vivere senza (lo dimostra un episodio in cui si lascia strappare l’arto); la spina dorsale di Mina è cibernetica, e senza è paraplegica ma… viva; Gwang-cheol è tenuto in vita da un apparato respiratorio artificiale, mentre gli occhi potenziati di Kang Ki-beom sono collegati a un’Ai integrata nel suo cervello in grado di manovrarlo: questi ultimi due, sono veri cyborg.

7. Motoko Kusanagi – Ghost in the Shell

Faremo finta che la versione live action con Scarlett Johansson ispirata ai personaggi del manga cyberpunk di Masamune Shirow non sia mai esistita, concentrandosi solo sul capolavoro animato di Mamoru Oshii. Il maggiore Kusanagi, agente giapponese della Sezione 9, a differenza del collega Batou – con occhi e arti protestici – e di Togusa – completamente umano – è ricorsa a migliorie cibernetiche tanto radicali che del suo corpo originale è rimasto solo il cervello. Priva delle sensazioni e delle percezioni che le donava un corpo umano, comincerà a interrogarsi su cosa, effettivamente, costituisca l’umanità, e quali siano i limiti tra umano e macchina. Suo analogo è Kyashan, il teenager dei cartoni della Tatsunoko che ha rinunciato al proprio corpo per diventare un androide e combattere i robot ribelli.

8. Alita – Alita l’angelo della battaglia

Alita è l’eroina del manga scritto da Yukito Kishiro negli anni ’90, altra pietra miliare nipponica del cyberpunk. Rottamata, viene salvata dal dolce esperto di cibernetica Ido che dona un corpo cibernetico nuovo a questa ragazzina senza memoria destinata a diventare un’indistruttibile gladiatrice esperta nell’arte marziale Panzer Kunst. Entrambi vivono nell’aspra realtà distopica della Città discarica, zona della superficie del pianeta dove vivono tutti quelli che non appartengono agli eletti cittadini di Salem, progreditissima città sospesa. Le cruente sfide di quest’arma indistruttibile dall’aspetto di graziosa e fragile bambola che cambia il proprio corpo a seconda del sanguinoso sport in cui si cimenta, coesistono con momenti tragici (il destino di Yugo) e rivelazioni sconvolgenti (i chip cerebrali, la vera identità di Alita-Yoko e il suo “ripristino”) che filosofeggiano su cosa costituisca davvero l’umanità (siamo fatti di ricordi o di sangue e carne?).

8. Hiro e Ichiro – Inuyashiki

Tratto da un manga davvero curioso di pochi anni fa firmato da Hiroya Oku (lo stesso di Gantz) e diventato in seguito una serie anime e poi un film con il Takeru Satoh di Rurouni Kenshin nei panni di un introverso studente liceale, Hiro che in seguito a una deflagrazione, si risveglia con un corpo completamente meccanico di incredibili forza e poteri. La stessa misteriosa entità aliena che l’ha trasformato, ha fatto lo stesso con l’anziano e buon Ichiro. Quando Hiro decide di eliminare arbitrariamente chi lo contraria, i due diventano nemici giurati. La caratteristica di Inuyashiki (che potete recuperare su Amazon Prime) è quella di mettere in scena cyborg che sono solo apparentemente riproduzioni del corpo umano: in realtà, sono veri e propri transfomer in grado di cambiare aspetto a seconda delle funzionalità, esibendo abilità impressionanti.

10. Levius Cromwell – Levius

Come Alita, anche il protagonista eponimo di questo manga di Haruhisa Nakata trasposto in serie animata utilizza le proprie parti cibernetiche in battaglia, sfidando altri contendenti con parti bioniche nel sport denominato metalboxing. A differenza degli altri, che sostituiscono gli arti per avere più possibilità di vincere gli scontri, Levius ha perso il braccio da bambino durante un incidente (come Jet Black di Cowboy Bebop) di guerra, e il ricordo della menomazione, avvenuta a causa di un robot da combattimento, è legato indelebilmente all’incidente della madre. Levius, che vince gli incontri nonostante abbia un solo impianto, non ne vuole sapere di rinunciare a un’altra parte di sé per vincere, facendo di tutto per conservare il proprio corpo originale.





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www.wired.it
2021-10-13 14:00:08

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