Dietro il caso doping della Valieva a Pechino

Dietro il caso doping della Valieva a Pechino

Dietro il caso doping della Valieva a Pechino



AGI – Una cosa è sacrosanta: Kamila Valieva, ragazza di 15 anni nata in Tatarstan, non ha assunto la trimetazidina in forma volontaria con lo scopo di migliorare le sue prestazioni. L’avrà scambiata come caramellina trovata nell’automobile del nonno che fungeva da taxista per andare agli allenamenti oppure qualcuno, che sapeva che il farmaco era bandito, ha indotto Kamila a sua insaputa ad assumerlo? Assunzione del doping all’insaputa dell’atleta? L’ex Ddr – ma non solo nei Paesi oltre cortina – ha fatto scuola in materia.

A scoprire il giallo toccherà all’indagine annunciata sia dalla Rusada (agenzia antidoping russa) che dalla Wada (agenzia antidoping mondiale). Ci sara’ da capire come la provetta numero 170859V del 25 dicembre sia improvvisamente risultata positiva con all’interno 2,1 ng/mL di trimetazidina, farmaco che cura l’angina. Se da una parte l’inchiesta sta prendendo forma, dall’altra parte il cerchio di sta stringendo.

I riflettori degli inquirenti dell’antidoping sono puntati sull’entourage della pattinatrice, in primis sull’allenatrice Eteri Tutberidze che gestisce in tutto e per tutto la segreta scuola ‘Sambo-70’ di Mosca. I comportamenti dell’odiata ‘Signora del pattinaggio’, 47 anni di origini georgiane, che induce le sue allieve a non avere contatti con soggetti estranei al loro gruppo – come ha appreso l’AGI ieri sera al palaghiaccio di Pechino, le due ex stelle mondiali Alina Zagitova ed Evgenia Medvedeva vivono nel loro inavvicinabile cerchio magico con tanto di capi e accessori supergriffati – hanno colpito il presidente del Cio, Thomas Bach.

È stato agghiacciante vedere la freddezza tremenda nel vedere come è stata ricevuta (Kamila Valieva, ndr) dal suo entourage piuttosto che cercare di aiutarla”, ha detto Bach commentando come Tutberidze, unitamente al coreografo Daniil Gleikhengauz (un terzo membro è l’allenatore Sergei Dudakov), ha accolto una Valieva in lacrime dopo il disastroso programma libero. Effettivamente, nessuna carezza, nessun abbraccio, ma solo freddezza sul ‘kiss and cry’ con Valieva fortemente commossa. Il numero uno dello sport mondiale promette che “se ci saranno illeciti non esiteremo a prendere le misure appropriate che saranno molto forti”.

Poche ore prima dell’intervento del presidente Bach, il Tas aveva pubblicato le motivazioni con le quali la Divisione Ad hoc in sede olimpica ha respinto la reintroduzione della sospensione provvisoria nei confronti della pattinatrice ufficialmente positiva al doping richiesta da Cio, Wada e Isu (federazione internazionale pattinaggio). Il 9 febbraio la Rusada, alla luce della comunicazione della positività al doping comunicata dall’International Testing Agency, sospende in forma provvisoria la Valieva ma il giorno dopo la Commissione disciplinare revoca la sospensione.

Nel frattempo Kamila aveva gareggiato e contribuito alla vittoria del Comitato russo nel team event dei Giochi di Pechino. Il panel di arbitri del Tas, presieduto dall’italiano Fabio Iudice, nelle 41 pagine ha contestato al sistema antidoping una serie di irregolarita’ che non consentivano l’applicazione del provvedimento della sospensione oltre al fatto che sotto i 16 anni si e’ ‘persona protetta’.

Il Tas ha condannato il “mancato funzionamento” delle autorità antidoping per la poca celerita’ dell’esame dei campioni e che i laboratori internazionali accreditati Wada siano solo “semplicemente raccomandati'” e non obbligati ad elaborare i campioni entro 20 giorni. Secondo l’organo di giustizia sportivo che ha sede a Losanna in Svizzera, “dovrebbe essere possibile per i laboratori e le autorità antidoping a gestire i test antidoping in modo rapido quando i campioni vengono raccolti in occasione di importanti pre-eventi che possono costituire eventi di selezione per i Giochi olimpici, come i Campionati nazionali russi di pattinaggio di figura”, manifestazione svoltasi a San Pietroburgo nel corso della quale era stato effettuato il controllo alla vincitrice, Valieva appunto.

Leggendo sulla sentenza si evince che Valieva, “senza colpa sua e senza alcuna accusa di condotta impropria, si ritrova messa in guardia ai Giochi olimpici invernali di una presunta violazione del regolamento antidoping a seguito di un campione prelevato 44 giorni prima”. I ritardi nell’elaborazione del campione presso l’ospedale universitario ‘Karolinska’ di Stoccolma, accreditato Wada, erano stati attribuiti ai problemi di carenza di personale causati dalla pandemia di Covid-19 ma per gli arbitri del Tas non e’ stata una motivazione convincente.

I rappresentati della pattinatrice durante l’udienza hanno prodotto un documento con lo storico estratto dal sistema Adams, ovvero l’elenco dei controlli antidoping di ogni atleta. Nello specifico Kamila è stata sottoposta a più controlli antidoping dal 24 agosto 2019 al 7 febbraio 2022 e tutti, tranne quello del 25 dicembre, erano risultati negativi. Inseriti, ovviamente, anche i controlli del 30 ottobre 2021, l’ultimo prima del controllo positivo, e i due successivi, quelli del 13 gennaio 2022 e 7 febbraio 2022.

Sulla sentenza si leggono alcuni dettagli emersi nel corso dell’arbitrato tenuto domenica sera scorsa. Kamila era presente assieme alla madre Alsu Anvarovna, al team manager e ad una serie di avvocati, anche di fama internazionale. È stato più volte sottolineato dalla difesa che “l’atleta non ha utilizzato intenzionalmente la sostanza vietata, nemmeno per motivi medici e la contaminazione potrebbe essersi verificata a seguito della frequenza domestica con suo nonno che usa trimetazidina dopo un intervento chirurgico di trapianto del cuore e di solito porta con sé il farmaco”.

La madre di Kamila ha testimoniato che il nonno accompagna regolarmente la nipote alla prima e alla seconda sessione di allenamento, aspetta la nipote presso il centro di allenamento fino al termine della seduta e poi la riporta a abitazione dove rimane con l’atleta durante la pausa pranzo. Durante l’udienza è stata mostrata anche una registrazione video effettuata dal nonno che mostrava un pacchetto di “trimetazidina MV” all’interno della sua autovettura. Domenica i Giochi di Pechino si spegneranno ma prossimamente si accenderanno i riflettori su questo incredibile caso di doping che rischia di rivoluzionare nuovamente il mondo dello sport a partire dall’introduzione del limite di eta’ alle Olimpiadi. 



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Marco Marangoni , 2022-02-19 06:00:01
www.agi.it

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