«È arrivata l’ora, anche noi sindaci tra i grandi elettori»- Corriere.it

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di Monica Guerzoni

La proposta del presidente dell’Anci: le Regioni compiano un atto di coraggio

I sindaci delle principali città italiane tra i 1.009 grandi elettori del presidente della Repubblica. È la proposta di Antonio Decaro , primo cittadino di Bari e presidente dell’Anci, come «atto di attenzione e di coraggio istituzionale da parte dei presidenti delle Regioni».

I sindaci si sentono tagliati fuori dalla scelta del prossimo inquilino del Colle?

«In questo particolare momento sarebbe importante, per quanto numericamente ininfluente, evocare almeno sul piano simbolico che la Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. Lo dice l’articolo 114 della Costituzione, per cui non ci sarebbe bisogno di lunghe e complesse procedure di riforma della Carta».

Non tocchereste palla. Perché ci tenete tanto?
«Non è una mera rivendicazione. Nel periodo straordinariamente difficile della pandemia i sindaci hanno dato un contributo fondamentale per tenere unite le comunità. La partecipazione al più alto collegio elettorale della Repubblica sarebbe un gran bel segnale dal punto di vista sociale, politico e istituzionale. Al di là della possibilità reale di incidere».

In sostanza cosa dovrebbero fare i «governatori?»
«La Costituzione dice solo che “all’elezione partecipano tre delegati per ogni Regione, eletti dal Consiglio regionale”. Per il resto ha lasciato tutto alla giurisprudenza e alle consuetudini. Sarebbe bello se innovassimo la prassi aprendo a una rappresentanza degli 8.000 comuni, pur nel rispetto delle minoranze come la Costituzione ci chiede».

Lei voterebbe per Draghi?


«Io Draghi lo vedo bene come presidente del Consiglio. La sua autorevolezza serve a questo Paese, ci ha permesso di completare la campagna di vaccinazione e di attivare rapidamente i fondi del Pnrr. Bonomi lo ha definito l’uomo della necessità. Per noi sindaci, che siamo i luogotenenti del governo, Draghi è l’uomo dell’opportunità».

Quindi, che resti a Chigi?
«Se diventa presidente della Repubblica lo perdiamo come premier, ma sarebbe assolutamente affidabile e autorevole anche al Colle».

Che pensa di Giorgetti, che vuole Draghi al Colle per instaurare un «semipresidenzialismo di fatto
?
«La nostra Costituzione non lo prevede».

L’idea di un bis di Mattarella per un anno?
«Sarebbe ideale per permettere a Draghi di restare al governo. Ma anche questa possibilità, che pure sarebbe una assoluta garanzia per l’Italia, non è prevista dalla nostra Carta. Il capo dello Stato è eletto per restare in carica sette anni e il presidente Mattarella è molto rispettoso della Costituzione».

Non sarà che il Pd vuole Draghi a Chigi per favorire l’elezione al Quirinale di Gentiloni, Prodi, Veltroni o Franceschini?
«Non è certo per questo che mi piacerebbe che Draghi restasse al governo, ma per la sua affidabilità».

3 novembre 2021 (modifica il 3 novembre 2021 | 00:20)



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Monica Guerzoni , 2021-11-02 23:20:30
www.corriere.it

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