Cosa hanno in comune una macchina del caffè a cialde e il fondo degli oceani con il recupero dalle acque reflue di metalli critici e strategici come nickel, rame e cromo? Circular Materials – startup innovativa che progetta, costruisce ed installa impianti per il trattamento di acque reflue industriali – ha trovato la soluzione a questo indovinello. E non solo. L’ha anche resa smart, proponendo a chi “naviga in acque sporche” un processo con un’efficienza del 99%. Accessibile sia tecnologicamente che economicamente, vuole ora distribuirla in Europa e nel mondo, per far fronte alle più di 2.000 le tonnellate rilasciate ogni anno, di materiale costoso e inquinante.
C’è da rimboccarsi le maniche, ma serve anche un piano, e il ideatore Marco Bersani lo ha: “Creare una miniera multisito che ricava metalli critici da acque reflue, con carbon foot negativo”. Lo afferma con pacata grinta, illustrando su un immaginario mappamondo le tappe della sua avventura: l’Italia del Nord, dove attualmente ha già la sede, poi Francia e Germania, in programma con i fondi del round A, a cui seguiranno Spagna e Polonia. E infine il sogno: l’Africa.
Estrarre dalle acque reflue
Il processo al centro dell’innovazione di Circular Materials è la sintesi idrotermale di particelle in flusso continuo. “Si usa solo acqua, sfruttando una nicchia del diagramma di fase poco esplorata, con pressione oltre i 221 bar e temperature oltre 374 °C. Con il fluido supercritico ottenuto diventano possibili processi finora inediti su scala industriale – spiega Bersani -. La nostra tecnologia proprietaria ne abbatte i costi di un fattore 10, sbloccandone le potenzialità per tante applicazioni e tanti utenti”.
Superata indenne la “valle della morte” – quella in cui le idee geniali in laboratorio agonizzano, non riuscendo a diventare scalabili – Circular Materials si è dedicata “banalmente” alla sintesi di catalizzatori. Con lo sguardo da ex-ricercatore, Bersani ha visto come andare oltre, applicando la propria soluzione alle acque reflue.
“Diversamente da quelle ordinarie, contengono materiali preziosi. Con un processo in flusso continuo, riusciamo a recuperarli in modo totalmente automatico, ottenendo materia prima seconda e acqua pulita” spiega. Per i più curiosi (o diffidenti) apre poi una parentesi fisico-chimica: “la bassissima costante dielettrica dell’acqua supercritica riduce drasticamente la solubilità degli ioni metallici, causando la loro precipitazione in polveri finemente disperse”. Poi passa ai vantaggi che la sua soluzione offre ai vari settori, ma soprattutto all’ambiente in cui tutti viviamo, nuotiamo, coltiviamo, mangiamo e beviamo.
Meno 20% di spreco
Supportata dalla Commissione europea attraverso l’European Innovation Council (Eic) la tecnologia di Circular Materials rende “trattabile” un tipo di acque reflue prima “indigeribili” dai normali impianti fisico-chimici. “Prevenendo la dispersione di risorse ad alto impatto estrattivo si minimizzano i danni ambientali legati all’inquinamento del suolo che ha effetti sulla salute sia delle persone che dell’intero Pianeta” continua Bersani.
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di Marta Abbà www.wired.it 2024-12-01 05:40:00 ,