Dopo due anni di monitoraggio e 140 pagine di rapporto, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha dato il suo via libera al piano del Giappone per rilasciare nell’oceano Pacifico le acque contaminate della centrale nucleare di Fukushima. Lo ha reso noto la stessa Agenzia, indicando il progetto di Tokyo come perfettamente conforme agli standard di sicurezza Aiea .
Dodici anni dopo il disastro nucleare di Fukushima, causato dal terremoto e dal maremoto del Tohoku che innescò la fusione fusione di tre dei sei reattori dell’impianto, sembra che l’ultimo capitolo di questa vicenda sia ormai alle porte. All’epoca, circa 160mila residenti furono sfollati dalle aree circostanti e il governo decise di bloccare qualunque progetto per costruire nuove centrali atomiche.
I risultati del lavoro
Per raffreddare il nocciolo dell’impianto e ridurre il pericolo radioattivo, furono usati 1,3 milioni di tonnellate di acqua, poi aspirate e filtrate dai componenti più dannosi tramite il sistema Alps (Advanced liquid processing system). Ora, questa enorme massa di liquido rimasta stoccata per anni deve essere smaltita. Secondo l’Aiea, Alps è riuscito a eliminare la maggior parte delle sostanze pericolose, lasciando però una minima parte di trizio, isotopo radioattivo dell’idrogeno innocuo in piccole quantità e non pericoloso quando disciolto in vaste quantità d’acqua.
Proprio a causa del trizio, anche le Nazioni unite avevano espresso dei dubbi sulla sicurezza del piano di sversamento di Tokyo, soprattutto rispetto a possibili impatti sull’ecosistema marino. Ma alla fine, il rapporto conclusivo di Aiea, frutto del lavoro di un gruppo di esperti di sicurezza nucleare interni ed esterni all’Agenzia e presentato il 4 luglio 2023 direttamente dal direttore generale si Aiea, Rafael Grossi, al primo ministro giapponese, Fumio Kishida, ha giudicato il progetto sicuro e pienamente attuabile. Progetto contestato invece da mesi, con una dura propaganda, dalla Cina.
I prossimi step
In particolare, l’Agenzia ha “rilevato che lo scarico graduale dell’acqua trattata”, lungo un periodo di circa dieci anni, avrà “un impatto radiologico trascurabile sulle persone e sull’ambiente”. Inoltre, l’acqua già trattata e filtrata, verrà ulteriormente diluita per portare i livelli di trizio al disotto degli standard di sicurezza, così da diminuire ulteriormente la possibilità di una contaminazione radiologica.
Ora manca solo il via libera da parte dell’Agenzia nazionale giapponese per l’energia atomica per incominciare il processo di sversamento, di cui non si conosce ancora una data. L’Aiea continuerà a monitorare la situazione anche durante tutta la fase di rilascio delle acque in mare, sia per valutare il rispetto degli standard di sicurezza internazionale, sia per verificare il sopraggiungere di criticità impreviste.
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di Kevin Carboni www.wired.it 2023-07-04 15:12:35 ,