Escludendo Dubai, in questo momento Detroit, Chicago e Minneapolis sono le città con l’aria più malsana al mondo. Il fumo generato dagli incendi in Canada si sta diffondendo verso sud, ricoprendo il Midwest degli Stati Uniti con una coltre tossica, proprio come è successo all’inizio del mese sulla costa orientale del paese. Diciassette stati americani – che complessivamente ospitano quasi un terzo della cittadinanza statunitense – sono in stato di allerta per la qualità dell’aria.
L’animazione qui sopra dà un’idea della portata e della gravità di quello che sta accadendo. Si tratta di un modello sperimentale chiamato Hrrr-Smoke (High-Resolution Rapid Refresh), realizzato dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa), e che ormai è diventato uno strumento fondamentale per meteorologi e scienziati atmosferici (potete esplorare la mappa qui). Il modello fornisce una previsione dei possibili spostamenti del fumo, che nella giornata del 28 giugno (quella presa in esame dall’animazione che riportiamo) si è mosso non solo in direzione del Midwest, ma anche nuovamente verso la costa orientale e il sud degli Stati Uniti (più il colore è intenso, più alta è la concentrazione di fumo nell’aria).
L’animazione mostra in particolare il “fumo vicino alla superficie” (“Near surface smoke“), ovvero le concentrazioni presenti a circa otto metri dal suolo, quelle di cui i residenti del Midwest devono preoccuparsi. Il fumo generato dagli incendi è un cocktail di sostanze estremamente nocive, che comprende particolato carbonizzato, che è costituito per esempio da piante e sporcizia e può penetrare in profondità nei polmoni, irritando le vie respiratorie. È anche carico di agenti chimici tossici, come il benzene e la formaldeide, e al suo interno possono svilupparsi nuove sostanze nocive, come l’ozono, a cui le persone che soffrono di asma sono particolarmente vulnerabili.
Il modello Hrrr non si basa su una misurazione diretta del fumo, ma sui dati satellitari a infrarossi, che individuano gli incendi e ne stimano la gravità. Il sistema utilizza poi dei modelli meteorologici, che tengono conto della temperatura e del vento, per prevedere in che direzione andrà il fumo.
L’animazione qui sotto visualizza un parametro diverso, il “fumo integrato verticalmente” (“vertically integrated smoke“), che mostra il modello di una colonna d’aria alta quasi 25 chilometri, ovvero il fumo che si può vedere nel cielo.
Se da un lato il fumo rappresenta un’emergenza per la salute pubblica delle popolazioni del Midwest e della costa orientale, dall’altro è anche un’opportunità scientifica. I ricercatori possono usare l’Hrrr per realizzare dei modelli sulla direzione del fumo, e usare poi le misurazioni durante un evento come quello attuale per migliorare l’attività di modellazione.
Ad ogni modo, la fonte che sta generando il fumo non sembra vicina a esaurirsi. Il Canada sta vivendo una stagione di incendi senza precedenti, e la colpa è del cambiamento climatico. Più il nostro pianeta si surriscalda, più è probabile che l’atmosfera risucchi l’umidità dalla vegetazione, trasformando in cenere ampie porzioni di territorio. Basta un mozzicone di sigaretta abbandonato o un fulmine per innescare una fiammata fuori controllo. Il fumo causato dagli incendi, insomma, non è più un problema solo degli Stati Uniti occidentali, ma di tutto il Nord America.
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di Matt Simon www.wired.it 2023-06-29 16:14:16 ,